venerdì 19 ottobre 2012

Quarantaduesimo consiglio


Nel consiglio di martedì 16 ottobre 2012 (guardalo on-line) è stata approvata la variante specifica 2012 che coinvolge via Al Mare e la zona artigianale.

In sintesi, la variante, prevede la possibilità di insediare uffici, attività terziarie , ricreative e sportive nella generalità delle zone D1 (per intenderci la zona artigianale) e consente anche gli usi commerciali lungo via Al Mare. Inoltre consente la possibilità di ampliare all'interno del volume dell'edificio esistente (realizzando anche nuovi piani) fino al 50% della Superficie esistente e di realizzare alberghi in fabbricati di civile abitazione nella zona artigianale.

La “strana” maggioranza Pd – PdL si è riconfermata nel momento del bisogno, come nel consiglio del 16 aprile 2012 quando la variante era stata adottata. Tre consiglieri del gruppo Pdl – Lega hanno infatti votato insieme a quelli del Pd, mentre i tre consiglieri di maggioranza che già in sede di adozione avevano espresso voto contrario hanno tenuto la posizione. Anche MENTELOCALE ha votato contro. Risultato finale: 11 voti favorevoli e quattro contrari. Rispetto al consiglio di aprile la maggioranza ha guadagnato il voto di un consigliere che allora non aveva partecipato al voto. È comunque chiaro che sulle questioni di peso la maggioranza “di facciata” non è più così coesa. E tutto fa brodo pur di evitare brutte sorprese.

Abbiamo ribadito che lo strumento più adeguato per svolgere i ragionamenti di riqualificazione e recupero sarebbe il P.S.C. (oltre al R.U.E., di cui non si conosce nulla). Il rischio di disarticolare la zona produttiva con l’inserimento di usi incongrui è concreto. Solo uno strumento a scala più ampia consentirebbe una valutazione adeguata sul carico urbanistico e sulle ricadute ambientali che la variante comporta.

Questa variante dà delle risposte sin troppo puntuali a delle richieste che erano già state avanzate a dicembre 2011 da alcuni privati come osservazioni al P.S.C. adottato a giugno 2011. Come nel caso dell’introduzione dell’uso albergo per un edificio in via Malpasso nei pressi della Gilmar. O come nel caso dell’ampliamento degli usi commerciali per l’edificio di fronte alla rotonda del casello dell’autostrada. La cui proprietà – proprio in questi giorni – ha acquistato dal Comune anche l’area retrostante dell’ex depuratore (messo in vendita dopo un’opportuna variazione a luglio del piano delle alienazioni). Ed in questo caso – stando almeno all’osservazione del 2011 – altre richieste sono in sospeso, come la costruzione di un altro edificio commerciale e l’ampliamento del secondo piano dell’edificio esistente (con inclusa richiesta di deroga all’altezza, già del resto “virtualizzata”).

Non regge dunque la posizione dell’amministrazione quando sostiene di non sapere chi beneficia dei suoi provvedimenti urbanistici. Le scelte politiche dovrebbero perseguire lo sviluppo ordinato del territorio in un quadro di regole valido per tutti, grandi e piccini. Non favorire la creazione di monopoli e di posizioni di privilegio.

Pur di raggiungere l’obiettivo, invece, non si è esitato a respingere alcune osservazioni della provincia che chiedevano l’esclusione dalla variante delle zone D1 e D2 in zona di tutela (per il comune non esistono) e del comparto D7-3 (dove si trova l’edificio di fronte alla rotonda del casello dell’autostrada) che ricade in ambito di tutela dei caratteri ambientali di laghi, bacini e corsi d’acqua ai sensi dell’art.5.4 del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale. Oltre ad un’altra osservazione sulla monetizzazione dei parcheggi pubblici. Mentre invece è stata accolta l’osservazione provinciale che invitava ad escludere l’introduzione di strutture medio –grandi di vendita non alimentari in via Al Mare.

È stata anche approvata la donazione alla Parrocchia Santa Croce di Pianventena di un prefabbricato esistente nel parco di Isola di Brescia sulla quale ci siamo astenuti. Anche se il riuso della struttura prima adibita a spogliatoio può essere condivisibile, non ci convince la modalità scelta, tenuto conto di alcune disposizioni dello Statuto comunale sulla cessione del patrimonio comunale. Forse sarebbero state più opportune altre forme contrattuali come la concessione in comodato gratuito.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Riusciremo a dire basta a questo schifo ,ma sopratutto potremo una volta in maggioranza bloccare tutto questo cemento che stanno "autorizzando" ?

Anonimo ha detto...

pd e pdl se possono avere ancora delle differenze queste non sono sicuramente nel cemento e negli affari!

Luca ha detto...

Tornare indietro su qualcosa che è stato approvato è naturalmente complicato, anche se non impossibile in assoluto. E' certo che l'importante sarà ripensare i progetti ancora non realizzati e nel fare capire a tutti i cittadini che il tempo della "casa per il figlio, la figlia e i figli" è finito.

Anonimo ha detto...

Sono scandalosi e secondo con la strizza che hanno per la prossima tornata elettorale , faranno altri danni pur di far cassa e aggraziassi i potenti .....

Che schifo,