lunedì 27 dicembre 2010

VENTUNESIMO CONSIGLIO

Lunedì 20 dicembre si è svolto il ventunesimo consiglio della legislatura.

Abbiamo segnalato che non era possibile procedere all’approvazione dei verbali delle delibere di consiglio n.101 e n.105, discusse nel precedente consiglio del 30 novembre, in quanto non erano ancora state pubblicate sull’albo pretorio online. I due verbali sono stati pertanto ritirati.

Per agevolare i rappresentati di Tram Servizi S.p.A. e di Agenzia della Mobilità presenti alla seduta è stata anticipata la discussione dei punti dell’ordine del giorno relativi all’aggregazione delle aziende romagnole del trasporto pubblico locale: conferimento delle azioni di Tram Servizi S.p.A. alla nuova Società Start Romagna S.p.A., aggregazione delle Agenzie di Mobilità e trasformazione di Agenzia di Mobilità in Società Consortile a responsabilità limitata e successiva fusione per incorporazione di Amir S.p.A.

Come MENTELOCALE abbiamo ritenuto di votare contro entrambe le proposte in quanto al centro di questi provvedimenti non c’è il rafforzamento del trasporto pubblico locale a scala provinciale ma, per quanto riguarda il contesto riminese, la realizzazione del mitico TRC, il trasporto rapido costiero da Rimini a Riccione, il cui costo si aggira sui 93 milioni di euro. È possibile che la questione del trasporto pubblico locale delle nostre comunità si debba sostanziare principalmente e, visto le risorse di cui si parla, esclusivamente in questo progetto? Il Comune di San Giovanni conferirà n.13.002 azioni per un valore di poco più di euro 13.000,00. Chi detiene la maggior parte delle azioni nel nostro territorio sono i Comuni di Rimini e Riccione (direttamente interessati alla realizzazione del TRC) oltre alla Provincia. In pratica, senza fare un’osservazione che sia una, l’Amministrazione ha sottoscritto questa operazione senza ritenere di coinvolgere il Consiglio in una preventiva e seria discussione. Il termine per l’adesione infatti era fissato al 21 dicembre. Per le stesse ragioni, non ci ha convinto neppure l’operazione della trasformazione della Agenzia di Mobilità in Società Consortile a responsabilità limitata, tenuto conto che non risulta molto comprensibile il passaggio di competenza ad Agenzia di Mobilità di competenze sul servizio idrico integrato. Tra l’altro, l’operazione comporterà la creazione di un’altra società da parte della Provincia per la gestione delle competenze di progettazione, organizzazione e promozione dei servizi di trasporto pubblico locale che erano svolte dall’Agenzia.

Abbiamo votato a favore di un ordine del giorno sull’elettrodotto Forlì – Fano presentato dall’Amministrazione che prevede che il Comune di San Giovanni in Marignano si costituisca parte civile per richiedere a Terna la bonifica del tratto di elettrodotto che attraversa il territorio comunale per la tutela del diritto alla salute dei propri cittadini, partecipando al giudizio civile già promosso dal Comune di Rimini Avevamo già chiesto chiarimenti sulla situazione nel consiglio comunale del 29 aprile 2010, auspicando che il Comune si costituisse parte civile. Abbiamo inoltre chiesto che venga promosso un incontro pubblico per informare i cittadini dell’evoluzione della situazione.

Abbiamo poi votato a favore del Regolamento per l’Albo pretorio online. Si tratta di un provvedimento - obbligatorio per legge - che potrebbe rendere più trasparente e partecipata la vita amministrativa del Comune. È sperabile che i fenomeni di ritardo nella pubblicazione degli atti che abbiamo più volte segnalato - e che purtroppo continuano - vengano superati attraverso l’adozione di una nuova procedura. Ma è chiaro che senza una precisa volontà politica sarà complicato cambiare registro.

È stato presentato anche il Regolamento per le videoriprese del Consiglio. Dopo ripetute richieste da parte nostra – mozione nel luglio 2009, interrogazione a settembre 2010 - qualcosa in apparenza si è mosso. Ma non c’è alcuna certezza, per ora, sulla concreta attuazione del progetto. E questo ci preoccupa. Se ci è voluto un anno e mezzo per portare in consiglio una bozza di Regolamento, quanto ci vorrà ancora per la sua realizzazione? Il Sindaco ha accennato a contatti con la società che sta seguendo alcune partite informatiche per il Comune. Abbiamo comunque proposto di adeguare la parte che pone dei limiti alle videoriprese, che ci sembra eccessivamente restrittiva, e di contemplare la possibilità di una pubblicazione delle videoriprese per punti dell’ordine del giorno in modo da agevolare la fruizione da parte dei cittadini.

Ci siamo poi astenuti sull’approvazione di uno schema di Convenzione per la costituzione di un fondo comune per le imprese associate alle cooperative artigiane di garanzia. Pur non essendo ostili al provvedimento, ci sembra che le risorse impegnate per la sua attuazione siano abbastanza esigue. Il nostro Comune impegnerà euro 4.000,00, mentre il fondo provinciale si aggira sui 48.000,00 euro. Circa una decina di piccole imprese artigiane di San Giovanni dovrebbero usufruire di questo fondo costituito dall’intera quota comunale e da una quota provinciale. Il limite massimo dei contributi varia, a seconda della tipologia di interventi, da euro 480,00 ad euro 1.040,00. Come si dice, meglio che niente, ma non è possibile fare di più soprattutto in questa fase?

Abbiamo poi votato contro un ordine del giorno presentato dal gruppo di maggioranza per modificare la manovra finanziaria del governo 2011 – 2013 ed allentare le regole del patto di stabilità in quanto ci è sembrato tardivo (la legge di stabilità è stata approvata in via definitiva il 7 dicembre) ed anche ripetitivo (il Consiglio comunale ha già approvato una mozione di MENTELOCALE nel Consiglio del 30 giugno 2010 per criticare il decreto Tremonti e proporre un percorso di bilancio partecipato).
Tra l’altro, la Regione Emilia – Romagna ha promosso una legge che stabilisce il “patto di stabilità territoriale” per consentire ai Comuni virtuosi che hanno risorse di derogare alle regole del patto per realizzare gli investimenti. Ma l’indebitamento per abitante dei Comuni emiliano - romagnoli ammonta al 31 dicembre 2008 ad euro 853,00. Al 31 dicembre 2009 l’indebitamento per abitante del Comune di San Giovanni invece ammonta ad euro 2.065,00.
Dunque, all’orizzonte si profilano per il nostro Comune dei seri problemi per realizzare degli investimenti visto anche il nuovo limite che la legge di stabilità pone al livello di indebitamento portandolo dal 15% all’8% (al 31 dicembre 2009 il nostro livello di indebitamento era già all’8,94%).
Forse l’Amministrazione dovrebbe ripensare criticamente certe scelte di bilancio fatte in passato e non limitarsi ad annunciare “tagli pesanti” per il prossimo bilancio. Già lo scorso anno avevamo invitato a ridimensionare alcuni capitoli della spesa corrente anche per recuperare risorse per potenziare la spesa sociale. Invece si è andati avanti a spendere come al solito, confidando sul gettito degli oneri di urbanizzazione e sulle sponsorizzazioni, il cui incasso, in entrambi i casi, è però pesantemente diminuito. Tra l’altro il decreto Milleproroghe non ha previsto di reiterare l’utilizzo degli oneri per la copertura della spesa corrente. In questo contesto, quello che di sicuro non serve è la propaganda ed un coinvolgimento dei cittadini limitato all’informazione su politiche di bilancio già preconfezionate. Pretendere di fare il bilancio partecipato attraverso la “partecipazione” dei tagli sarebbe davvero il colmo!

In conclusione, sono stati integrati i criteri generali in materia di ordinamento degli uffici e dei servizi in base alle disposizioni sul merito e sui premi per i dipendenti previsti dal D.Lgs. 150/2009. Abbiamo segnalato che in questa norma è molto importante il criterio della trasparenza ed abbiamo chiesto chiarimenti – che non sono arrivati – sul perché ancora non stati pubblicati sul sito del Comune i curricula di tutti i responsabili dei servizi. Su questo provvedimento ci siamo pertanto astenuti.

venerdì 17 dicembre 2010

Il pupazzo di neve di MenteLocale

domenica 12 dicembre 2010

GLI ONERI FANTASMA

Ritorniamo sulla questione degli oneri di urbanizzazione, anche per precisare alcune affermazioni, contenute nel precedente post, che potrebbero trarre in inganno.


Nel corso degli ultimi consigli comunali MENTELOCALE ha più volte chiesto conto degli oneri di urbanizzazione incassati rispetto alle previsioni di entrata del bilancio 2010.


Anche nell'ultimo consiglio del 30 novembre la questione è stata posta e l'amministrazione ha risposto di nuovo che entro l'anno le previsioni di entrata saranno rispettate. Infatti, nella delibera di assestamento del bilancio, discussa nello stesso consiglio, non sono state diminuite le previsioni di entrata per gli oneri di urbanizzazione.


Al 30 novembre erano stati incassati euro 600.000,00.


Le previsioni di entrata da oneri di urbanizzazione nel bilancio 2010 ammontavano ad euro 1.250.000,00. Il 57,60% di questo importo, pari ad euro 720.000,00, si prevedeva di destinarlo alla spesa corrente, mentre le risorse restanti, pari ad euro 530.000,00, si prevedeva di destinarle ad investimenti.


Ci si chiede, dunque, se sia possibile incassare entro l'anno altri euro 650.000,00 di oneri di urbanizzazione, considerato che in undici mesi ne sono stati riscossi solo euro 600.000,00.


La questione naturalmente è importante per capire anche quante risorse saranno destinate effettivamente nel 2010 alla copertura della spesa corrente e quante alla spesa per investimenti.


Da tempo la crisi fa sentire i suoi effetti anche su questo tipo di entrate. Nel 2007 il nostro Comune ha accertato complessivamente euro 1.122.000,00 di oneri di urbanizzazione, nel 2008 euro 1.945.000,00. Nel 2009 gli accertamenti sono stati pari ad euro 1.198.000,00.

Eppure le previsioni di entrata 2010 non hanno tenuto conto di questa tendenza. Vedremo se davvero si realizzeranno.

giovedì 2 dicembre 2010

VENTESIMO CONSIGLIO

Nel consiglio di martedì 30 novembre MENTELOCALE aveva fatto due interrogazioni: una sul faraonico elenco delle Opere Pubbliche 2011 ed una sulla qualità della raccolta differenziata tramite sistema e-gate.

Ad entrambe le interrogazioni – e questo è un piccolo record – in pratica non è stata data risposta.

Si chiedeva con quali risorse si pensa di sostenere gli interventi del programma triennale 2011-2013 e dell’elenco delle opere pubbliche 2011 che la Giunta ha di recente adottato con deliberazione n.158 del 15 ottobre. Infatti, si prevedono interventi per oltre 6 milioni e 300 mila euro e si prevede inoltre di ricorrere a nuovi mutui per euro 2.821.000,00 (e nel triennio 2011/2013 per complessivi euro 13.166.002,52), quando la percentuale d’incidenza degli interessi passivi sulle entrate correnti è già del 8,94% per il nostro Comune (consuntivo 2009). Tra l’altro, sembra che una recente modifica legislativa abbasserà tale percentuale portandola all’8%. In altri termini, se le cose non cambiano, nel 2011 sarà molto difficile per il Comune di San Giovanni accendere nuovi mutui per finanziare gli investimenti. Non è stato neppure precisato quali sono gli interventi prioritari che si intendono realmente realizzare. Insomma, per ora si tratta di un semplice elenco di desideri: le scelte concrete si dovranno fare con il bilancio 2011. Abbiamo chiesto che queste scelte vengano condivise anche all’interno del percorso di bilancio partecipato, aperto ai cittadini, di cui ancora, purtroppo, non si hanno notizie.

Visto il deludente risultato della raccolta differenziata nel 2009 (42,07% a fronte di un obiettivo che era del 45%), visto il desolante panorama delle isole ecologiche infestate da sacchetti dispersi all’esterno dei cassonetti e considerato che è previsto un ulteriore aumento dei costi del servizio rifiuti del 4,8% nel 2011, si è chiesto qual è stato l’impatto del sistema di raccolta dei rifiuti tramite e-gate sulla qualità della raccolta differenziata, che percentuale di rifiuto differenziato è stata effettivamente recuperata ed avviata al riuso e quali sono stati i benefici economici. La percentuale di differenziata a settembre 2010 era del 60,68%: in che percentuale questi rifiuti sono stati effettivamente recuperati? Il problema è che ancora non c’è un sistema di monitoraggio a scala comunale e provinciale di questo tipo. I dati che l’Assessore ha fornito sono rintracciabili anche sul pieghevole “Sulle tracce dei rifiuti” scaricabile dal sito di Hera Rimini dal quale si apprende che da un’indagine su 35 imprese di prima destinazione della raccolta differenziata ubicate in tutta Italia oltre il 90% della raccolta differenziata verrebbe recuperata (questo per matrici come carta, organico, vetro, metalli … ). Nel caso della plastica, però, la percentuale di recupero scende al 76,4%. E la plastica non recuperata viene mandata all’inceneritore. Insomma, pur nella genericità di questi dati, che non sembrano elaborati a partire da un determinato contesto territoriale, si può dire che lo stesso gestore ammette che almeno il 10% dell’attuale differenziato va in discarica o all’inceneritore. Per la plastica arriviamo, secondo questi dati, quasi al 24% di non recuperato. Inoltre, i costi del servizio tra 2009 e 2010 sono aumentati e non sembrano compensati da una maggiore qualità della raccolta differenziata. Il Comune dunque dovrebbe sempre più ragionare in termini di recuperato più che in termini di differenziato se vuole fare una valutazione della qualità del servizio erogato dal gestore. In ogni caso, sembra che dagli accordi in vigore al Comune non spetti nulla dei proventi del materiale recuperato, che eventualmente il gestore detrae – bontà sua – dall’importo totale del servizio. È stato poi comunicato che, prima della partenza dei controlli sui sacchetti dei rifiuti conferiti nei cassonetti e delle eventuali sanzioni, arriverà a tutti i cittadini un’informativa sulla privacy. Si dice che questi controlli sono giustificati per sanzionare dei comportamenti incivili che del resto, si aggiunge, ci sono sempre stati. Vedremo comunque se tali controlli saranno davvero efficaci. Il problema vero però è che con l’e-gate la dispersione del rifiuto è aumentata e che dunque, comportamenti incivili a parte, l’attenzione andrebbe spostata sulle conseguenze reali di tale sistema di raccolta.

MENTELOCALE ha poi votato contro le tre proposte di deliberazione in discussione. Il centro destra ha votato a favore in un caso (manutenzioni) e si è astenuto negli altri due (cimitero e assestamento).

Le prime due proposte riguardavano la ratifica da parte del Consiglio comunale di variazioni di bilancio per interventi di manutenzione stradale e per realizzare un’espansione del cimitero. Si tratta di interventi che saranno finanziati con mutui rispettivamente per euro 614.000,00 (manutenzioni) e per euro 553.000,00 (cimitero) sul bilancio 2010.

In entrambi i casi, la Giunta approvando le variazioni di bilancio ha modificato anche gli importi e i contenuti dell’elenco delle opere pubbliche 2010. La modifica dell’elenco delle opere pubbliche però è di competenza del Consiglio, non della Giunta. Se la Giunta intende aumentare l’importo degli interventi di manutenzione stradale e realizzare nel 2010 il progetto del cimitero, già previsto nel 2011, bisogna che il Consiglio prima approvi la variazione dell’elenco 2010 delle opere pubbliche! Come del resto è stato fatto, nel consiglio di settembre, con l’aumento dell’importo necessario per la realizzazione della nuova sezione della scuola dell’infanzia di Montalbano. In particolare, la delibera di Giunta n.176 del 22 novembre, che ha approvato il progetto definitivo del cimitero, è illegittima in quanto va ad approvare proprio la modifica del Programma triennale 2011-2013 ed elenco annuale 2010 e 2011 dei Lavori Pubblici, spostando i lavori in oggetto dal 2011 al 2010. Perché dunque il Consiglio dovrebbe ratificare una delibera illegittima, tra l’altro approvata in fretta e furia senza neppure un passaggio nella conferenza dei capigruppo? Abbiamo dunque chiesto di ritirare la proposta di ratifica di questa delibera di Giunta, ma la maggioranza ha tirato dritto. Un consigliere di maggioranza però ha abbandonato la sala prima del voto. Dopo la pubblicazione di deliberazioni di Giunta con ritardi dai cinque ai dieci mesi, questo ci sembra un altro brutto esempio di arbitrio e di scarsa trasparenza.

Non si tratta di una questione formale, ma di una questione sostanziale in quanto qui è in gioco il rispetto delle prerogative del Consiglio comunale e dunque il rispetto delle regole fondamentali del confronto democratico. La giustificazione data che tira in ballo l’urgenza di fare il mutuo nel 2010 perché nel 2011 per il Comune di San Giovanni probabilmente non sarà più possibile fare mutui, in quanto il livello di indebitamento risulterebbe troppo alto, non ci sembra decisiva. Se i lavori del cimitero sono necessari ora, lo erano certamente anche a settembre, quando si è fatta l’ultima variazione. In ogni caso, niente vietava di convocare un Consiglio comunale anche solo per discutere di un unico punto (così è stato fatto per il Consiglio della cittadinanza a Katia Ricciarelli). A noi sembra piuttosto che, al di là delle troppo facili accuse all’opposizione, sia necessaria da parte di chi ha la responsabilità politica una maggiore capacità di programmazione delle opere e delle risorse pubbliche.

L’ultima proposta riguardava l’assestamento di bilancio, ma la discussione è stata spostata al penultimo punto, al posto delle delibera del cimitero che è stata poi discussa per ultima. L’entità della manovra, ammontante a poco più di euro 236.000,00, non è elevata. Abbiamo attirato l’attenzione sulla diminuzione pari ad euro 109.000,00 delle entrate da sponsorizzazioni. Nel bilancio di previsione 2010 era stata fatta una previsione esagerata di euro 239.000,00. Sino ad ora sono stati accertati euro 70.000,00 di sponsorizzazioni ed incassati euro 40.000,00. Mancano dunque all’appello, rispetto alle previsioni, ancora euro 60.000,00. Per l’Assessore dovrebbero entrare entro l’anno. Così come i 120.000,00 euro di oneri di urbanizzazione che ancora non sono stati incassati. Per ora sono stati riscossi euro 600.000,00 su euro 720.000,00 di previsione. Si tratta ora di capire quanti sono stati destinati a coprire la spesa corrente.

sabato 27 novembre 2010

DICIANNOVESIMO CONSIGLIO

Nel consiglio comunale di mercoledì 17 novembre si è parlato innanzitutto di rinegoziare alcuni mutui con la Cassa Depositi e Prestiti. L’intento è quello di abbassare le rate semestrali spalmando il debito in un periodo più lungo (dai 25 ai 30 anni) per liberare risorse sulla spesa corrente. La documentazione fornita però non consentiva di comprendere la reale convenienza dell’operazione (entità dei tassi e durata dei mutui prima della rinegoziazione, entità della quota capitale e della quota interessi …) che dovrebbe portare un risparmio di circa 40.000,00 euro all’anno. Il nostro voto pertanto è stato contrario. Allungare i mutui significa in genere aumentare gli interessi ed è operazione che in genere non è bene fare anche perché si va ad ingessare i bilanci degli anni futuri. Forse sarebbe meglio fare dei risparmi strutturali sulla spesa corrente, tagliando gli sprechi. Operazione che avevamo proposto di impostare, in maniera graduale, già in occasione della discussione del bilancio 2010, proprio per evitare tagli drastici ed incrementare di euro 25.000,00 la spesa sociale. Infatti già nel bilancio pluriennale 2010/2012 si prevedevano tagli alla spesa corrente per il 2011 per circa 300.000,00 euro. Ora l’Assessore Tasini dice che per il bilancio 2011 ci saranno da fare scelte molto importanti, cioè “tagli”, sul fronte della spesa. Speriamo, almeno, che non si tratti di tagli lineari.

L’altra proposta in discussione riguardava l’approvazione della modifica di un accordo di programma per la trasformazione degli Istituti di Pubblica Assistenza e Beneficenza del territorio provinciale in Aziende Pubbliche per i Servizi alla Persona (ASP). Per il nostro Comune non vi è obbligo di aderire a questo accordo in quanto a San Giovanni non ci sono IPAB. In particolare, per il nostro Comune l’accordo prevede di aderire all’Azienda per i servizi alla persona Ceccarini di Riccione, conferendo i servizi della Casa protetta comunale. L’accordo viene sottoscritto da tutti i Comuni della zona sud e della Valconca (i Comuni di Misano e San Clemente costituiranno l’ASP Del Bianco). Ma tra i Comuni che aderiscono all’ASP Ceccarini solo San Giovanni trasferisce all’ASP la gestione dei servizi. Abbiamo sottolineato che non si comprendono le motivazioni di questo provvedimento. L’Assessore Montanari ha risposto che si tratta di una scelta politica per entrare da protagonisti nel Consiglio di amministrazione dell’ASP Ceccarini e potere avere una maggiore influenza sulla gestione delle risorse. Ma dato che il Comune di San Giovanni ha già scelto a fine settembre 2010 di accreditare in via transitoria la Casa protetta scegliendo di fatto di proseguire la forma di gestione privata sino a qui sperimentata, non si capisce perché ora si intenda trasferire i servizi all’ASP. Il timore è che si tratti di un ente non necessario per il nostro Comune che potrebbe rendere più complessa e costosa una gestione, controllata dal Comune, che sino ad ora ha funzionato bene.

All’interrogazione del consigliere Bordoni sul pietoso stato in cui versa la pista ciclabile del Conca, si è risposto dicendo che ci sarà lunedì 29 novembre un incontro in provincia per parlare anche di questo problema. È evidente che una situazione del genere però potrà essere risolta solo se il Comune di San Giovanni si farà parte attiva, con risorse e proposte, per sistemare il percorso.

Alla nostra interrogazione sul bilancio partecipato, l’Assessore Tasini ha detto che si farà e che per prima cosa verranno coinvolti i capigruppo. L’Amministrazione avrebbe oggi chiaro il quadro delle entrate e deve decidere cosa e come spendere (e tagliare). Vi saranno poi incontri con la popolazione, anche se la responsabilità della scelta - è stato precisato - è della Giunta. Abbiamo auspicato che il percorso di partecipazione non diventi un momento di propaganda di decisioni preconfezionate e venga valorizzato come momento anche di ascolto di esigenze e proposte dei cittadini che potrebbero arricchire il contenuto delle scelte dei politici, promuovendo al contrario una maggiore sobrietà nell’utilizzo delle risorse pubbliche.

Avevamo chiesto dei dati sulla crisi occupazionale a San Giovanni. Il quadro emerso è in piuttosto preoccupante per quanto riguarda le previsioni per il 2011. Nel triennio 1° settembre 2008 – 31 dicembre 2010 ci sono stati 252 licenziamenti, 150 persone sono finite nelle liste di mobilità. Nel 2010 si è verificato un peggioramento della situazione. Già 65 lavoratori sono a zero ore, mentre altri 170 sono ad orario ridotto. Vi sono stati 80 licenziamenti nel settore dell’industria, 8 nel settore dell’artigianato, 80 persone in cassa integrazione. Anche un’azienda del tessile prevede un esubero di 26 dipendenti. La preoccupazione è il progressivo esaurimento degli ammortizzatori sociali, senza che si affaccino alternative di lavoro. È bene che questi dati – che abbiamo chiesto vengano arricchiti anche con l’indicazione delle ore di cassa integrazione e con l’indicazione del numero delle persone residenti a San Giovanni coinvolte in questo momento di difficoltà – vengano tenuti ben presenti dai consiglieri comunali in vista della prossima discussione sul bilancio di previsione 2011. Per lunedì 29 novembre, dopo aver respinto il Consiglio Comunale Aperto sulla crisi che avevamo chiesto, l’Amministrazione promuove un incontro con la provincia e l’Unione della Valconca sulla crisi. Il tema, sembra di capire, dovrebbe essere quello della diminuzione delle risorse e della difficoltà a continuare a sostenere le fasce più deboli e le famiglie. La questione però è proprio quella di non fare sì che a fronte di minori risorse non vengano messe in discussione le risorse per le fasce più deboli, ma che vengano tagliati gli sprechi ed utilizzate con maggiore sobrietà le risorse pubbliche.

Sui ritardi nella pubblicazione di alcune delibere della Giunta (dai 5 ai 10 mesi!) adottate nella seduta del 30 dicembre 2009 ci è stato risposto che in effetti ci sono stati disguidi che si spera non si ripetano più. Per quanto riguarda la trasparenza, che in questo caso è stata pesantemente bistrattata, l’Assessore Morelli ha annunciato che a breve verrà portato in consiglio il Regolamento per le videoriprese delle sedute del consiglio comunale ed il Regolamento per la pubblicazione degli atti sull’albo pretorio online. Abbiamo suggerito che vengano al più presto pubblicate sul sito istituzionale anche le retribuzioni degli amministratori e dei consiglieri e che venga aggiornata la sezione sulla trasparenza, la valutazione ed il merito (curriculum e retribuzioni dei responsabili dei servizi).

Il prossimo consiglio è previsto per martedì 30 novembre. Si parlerà di assestamento del bilancio, elenco delle opere pubbliche, qualità della raccolta differenziata.

lunedì 22 novembre 2010

venerdì 19 novembre 2010

INCONTRO PARENTS CIRCLE

GIOVEDÌ 25 NOVEMBRE ORE 21.00
Sala del Consiglio San Giovanni in Marignano

INCONTRARSI NELLA SOFFERENZA
E LAVORARE PER LA PACE
Incontro con i Parents Circle
Yaacov Guterman, israeliano

Dr. Omar Alalool, palestinese

In collaborazione con “Incontri del Mediterraneo”

CHI SONO I PARENTS CIRCLE?

Gli ospiti fanno parte dell’associazione Parents Circle. Sono un gruppo di genitori in lutto che desidera impegnarsi per portare la pace fra israeliani e palestinesi. La finalità dell’associazione è promuovere la riconciliazione tra società israeliana e società palestinese. È un obbiettivo che l'associazione persegue con iniziative concrete, tra cui gli incontri nelle scuole. Sono occasioni in cui i ragazzi incontrano, spesso per la prima volta, genitori e parenti di ragazzi uccisi. Questi, raccontando la perdita di una persona cara e il rifiuto della vendetta, incoraggiano gli studenti a intraprendere un cammino di trasformazione dei propri sentimenti di sospetto, paura e odio verso l'altra parte. In questi incontri non si parla di politica, non si vuole modificare le opinioni degli altri; si cerca di dare un'idea meno semplificata del conflitto, di aumentare la consapevolezza del prezzo pagato da entrambe le parti con la continuazione della violenza e di introdurre l'idea di tolleranza e riconciliazione come strumenti concreti di risoluzione del conflitto.
Per saperne di più: http://www.theparentscircle.com/ (in inglese)

sabato 13 novembre 2010

MENTELOCALE
vi invita al Consiglio Comunale di
mercoledì 17 novembre 2010, alle ore 20,45

in questo consiglio si parlerà di:

Interrogazione, presentata dal capo gruppo della lista civica Popolo marignanese PDL - Lega Luciano Bordoni, sulla pista ciclabile che corre parallela al fiume Conca;


Interrogazione sull'attivazione di un percorso di bilancio partecipato;

Interrogazione sui dati relativi alla crisi occupazionale a San Giovanni in Marignano;

Interrogazione sulle modalità di pubblicazione di alcune deliberazioni della Giunta Comunale presentate dal Consigliere Luca Vannoni;


Modifica dell'Accordo di Programma relativo alla trasformazione degli Istituti Pubblici di Assistenza e Beneficenza in Aziende pubbliche di servizi alla persona di cui alla delibera di consiglio comunale n.100 del 28 novembre 2008;


Rinegoziazione dei prestiti concessi dalla Cassa Depositi e Prestiti attualmente in ammortamento.

PARTECIPIAMO NUMEROSI!!!

lunedì 1 novembre 2010

ABBIAMO UN SOGNO

Riportiamo l'appello del Movimento "Abbiamo un sogno" sottoscritto tra gli altri da persone come Marco Boschini, Michele Dotti, Domenico Finiguerra, Padre Ottavio Raimondo, che negli ultimi anni ci hanno aiutato nel nostro cammino condividendo le loro esperienze in vari incontri pubblici a San Giovanni.

Ho fatto un sogno, è meraviglioso e non intendo più svegliarmi.

Ho sognato che un bel giorno, un giorno non lontano, stanchi di attendere e sperare in tempi migliori, i settori più attivi della società civile si riuniranno per organizzare tutti insieme il cambiamento politico nel nostro paese, creando un’alternativa credibile, seria, affidabile che tutti gli italiani potranno abbracciare al di là dei rispettivi percorsi politici di provenienza.

Un nuovo soggetto politico, estraneo a tutte le vecchie logiche partitiche.

Un movimento fondato semplicemente sul “buonsenso”; quanto basta a capire che la raccolta differenziata è mille volte meglio degli inceneritori, che il risparmio energetico e le rinnovabili sono le vere alternative alla follia del nucleare, che le grandi opere servono solo ai grandi affari mentre sono le “piccole opere” quelle che migliorano davvero la vita della gente!

Un movimento che sa dire sì quando è il momento di dire sì e no quando è il momento di dire no, in modo chiaro e comprensibile a tutti: sì all’integrazione, al rispetto delle diversità, al pluralismo, alla libertà d’informazione, alla pace. No al razzismo, all’esclusione, al monopolio dell’informazione, alla censura, alla guerra e ad ogni forma di violenza.

Sarà così, riflettendo tutti insieme sui contenuti, che i rappresentanti della società civile -raccolti intorno a un tavolo- si accorgeranno di avere fra di loro molti più punti in comune di quanti non ne abbia mai avuti al proprio interno nessun partito nella storia repubblicana. Si renderanno conto cioè di avere creato in tutti questi anni di impegno silenzioso, non soltanto un orizzonte di valori comuni, ma anche un vero “programma” di azioni da realizzare per risollevare il paese, un programma fondato su una visione della società che nessun partito -fino ad ora- ha mai realmente promosso.

E così, mostrando una saggezza che non si è mai vista in Italia, questi “leader” di un “movimento senza leader” sceglieranno consapevolmente di fare ciascuno un passo indietro, per poterne fare dieci avanti tutti insieme.

Ho sognato che ognuno metterà da parte per un attimo quel pizzico di orgoglio, più che legittimo… direi quasi sacrosanto, per i percorsi meravigliosi che ha creato fino ad ora e rinuncerà alla propria sigla, al proprio nome, al proprio logo, per vederne i contenuti aprirsi all’intera società.

Sarà un atto di coraggio e grandezza d’animo, oltre che di lungimirante umiltà!

Un gesto di portata storica, che aprirà uno scenario nuovo per il paese.

E sarà così che in un solo giorno decideranno di fondersi tutti insieme -per un obiettivo comune- le associazioni di volontariato, i comitati, i movimenti e le liste civiche territoriali, le reti di comuni e gli enti locali virtuosi, il mondo del commercio equo e dei gruppi di acquisto solidale, le esperienze di finanza etica e di consumo critico, il mondo ecologista e quello pacifista, i comitati per i beni comuni e quanti si battono contro tutte le mafie… per creare uno straordinario progetto politico unitario ed aprirsi ad ogni singolo cittadino onesto del nostro Paese!

E tutti insieme creeranno un Partito ispirato al buonsenso e fondato sull’onestà, che inizierà da subito a presentare il proprio programma su internet, nelle piazze, in tutte le riviste della società civile, nei bagni in spiaggia e nelle baite in montagna, nelle liste d’attesa dei pediatri e delle poste, nei pub e ai concerti… spinto dall’entusiasmo di milioni di volontari di ogni età che ritroveranno finalmente il piacere di impegnarsi civilmente per il proprio paese.

I sondaggi presto rileveranno il peso enorme di questo partito, per cui presto anche le tv non potranno più ignorarlo e la visibilità sarà così moltiplicata.

I tentativi di screditarlo -e ve ne saranno diversi- falliranno miseramente, perché la credibilità delle persone che lo rappresentano è tale che non potrà essere smontata così facilmente.

I migliori esponenti della società civile, infatti, si impegneranno in questa sfida che la storia ha posto sul loro cammino.

Gli altri partiti, terrorizzati, reagiranno come possono, alla vecchia maniera, facendo mirabolanti promesse a cui nessun italiano ormai crede più e insinuando che i rappresentanti del nuovo “partito” non possono essere all’altezza della sfida, troppo inesperti dei meccanismi della politica e dell’economia…

A quel punto però nessuno li ascolterà, né replicherà, perché il “programma di governo” della nuova realtà è ormai chiaro a tutti e soprattutto pare scritto dalla gente, finalmente.

Si taglieranno gli inutili e costosissimi investimenti in armi, così come tutti i vergognosi privilegi della Casta, si riaffermerà con forza il valore della cultura, dell’istruzione pubblica, della sanità pubblica, dell’acqua pubblica, si ridistribuirà finalmente la ricchezza nel paese dopo decenni di accresciuta disuguaglianza, si stringerà un patto di solidarietà fra le generazioni che interromperà quella odiosa “guerra fra genitori e figli” sul piano professionale, sociale ed economico.

Liberi dalla paura, così a lungo strumentalizzata per fini elettorali, si ritroverà il piacere di uscire di casa, di stare insieme, di incontrare l’altro. Il razzismo sarà sconfitto dall’amicizia (e quando è il caso anche dall’amore) promossa da precise politiche volte a favorire l’incontro fra le culture.

Le esperienze virtuose -dopo innumerevoli e conclamati successi- verranno prese a modello per tracciare le politiche nazionali, finalmente improntate su una sana ricerca della felicità, più che sulla assurdità della crescita illimitata del PIL.

L’occupazione ripartirà fondata su base più solide, libera dalle fluttuazioni e dalle speculazioni della finanza e più concretamente incentrata sull’economia reale, sull’energia verde, sugli scambi locali, sulla solidarietà. Una solidarietà che andrà anche oltre le frontiere affrontando le sfide globali della fame, della sete, dell’analfabetismo, del lavoro minorile, con la necessaria efficacia.

Ho sognato che la stragrande maggioranza degli italiani -gente onesta che si alza la mattina per andare a lavorare, fa la fila in posta, rispetta il rosso al semaforo- troverà nel “Partito del buonsenso e dell’onestà” il proprio riferimento naturale alle elezioni, e milioni di cittadini che avevano abbandonato il voto perché esasperati e delusi, ritorneranno alle urne non dovendo più scegliere il “meno peggio”, ma potendo finalmente scegliere il “meglio”!

E così alle elezioni sarà un vero trionfo e la gente tornerà a sorridere, libera da quel velo grigio che impedisce oggi di guardare al futuro con speranza e serenità.

Le divisioni ideologiche presto saranno dimenticate e i nostri nipoti un giorno non riusciranno a capire, studiando la storia sui libri di testo, come noi abbiamo potuto impiegare tanto tempo prima di renderci conto di avere la forza necessaria e le capacità sufficienti per realizzare questa rivoluzione pacifica, prima di divenire consapevoli che questo sogno poteva davvero divenire realtà.

lunedì 25 ottobre 2010

DICIOTTESIMO CONSIGLIO

La mozione presentata da MENTELOCALE per fare un consiglio comunale aperto sulla crisi occupazionale a San Giovanni, coinvolgendo lavoratori, cittadini, sindacalisti, imprenditori ed economisti, al fine di raccogliere dati ed elaborare proposte condivise è stata respinta. Si era precisato che la questione della crisi non può essere oggetto di propaganda e che nessuno ha la soluzione in tasca. Ma di fronte ai dati preoccupanti che emergono sia a livello nazionale che a livello locale è forse opportuno creare maggiore consapevolezza tra i cittadini anche per alimentare uno spirito di solidarietà diffuso, quanto mai necessario per affrontare un periodo di difficoltà che non sembra breve. Inoltre, dal consiglio comunale aperto, possono arrivare proposte dai cittadini per il bilancio di previsione 2011 e per l’individuazione degli interventi di spesa da mantenere e/o potenziare. L’Assessore Gabellini, pur apprezzando la proposta, ha detto che non gli sembra lo strumento più opportuno per dare risposte concrete ai lavoratori in cassa integrazione. Del resto, di recente si è già svolta un’assemblea della CGIL alla quale hanno partecipato i lavoratori e gli amministratori. Propone di fare un incontro pubblico con il presidente della Provincia e i Sindaci dei Comuni della Valconca per concordare degli interventi comuni. Inoltre, propone un percorso alle opposizioni per approvare un ordine del giorno di critica ai tagli erariali e per chiedere al Governo di prorogare la possibilità di utilizzo degli oneri di urbanizzazione per coprire la spesa corrente anche per il 2011 (punto, quest’ultimo, sul quale come gruppo non concordiamo). Infine, si è ricordato che l’Amministrazione possiede già tutte le informazioni sulla crisi a livello locale e non è rimasta inattiva. Il problema, però, crediamo sia proprio questo, cioè che le informazioni sulla crisi non siano conosciute nella loro effettiva entità da tutti i cittadini. Il Consiglio comunale aperto potrebbe svolgere proprio una grande funzione a livello informativo. La scelta di riservare la discussione della crisi al solo livello istituzionale priva la comunità di un momento di partecipazione essenziale per la sua stessa crescita civile e solidale. Se sulla crisi non serve il catastrofismo, certo non serve neppure la minimizzazione del “ghe pensi mi”. Siamo convinti che solo una conoscenza diffusa dei dati della crisi possa portare all’adozione di scelte maggiormente condivise. Per questo chiederemo all’amministrazione di rendere pubblici i dati che detiene sulla crisi occupazionale a San Giovanni. Sorprende comunque che su questi temi un’amministrazione di centro sinistra abbia tante remore ad informare e coinvolgere la popolazione.

All’interrogazione di MENTELOCALE sull’opportunità di fare costruire due edifici con altezze superiori rispetto a quanto previsto per zona e tipologia (l’edificio commerciale in fondo a via al Mare ed un condominio in via Crispi), l’Assessore Morelli ha risposto che è la norma del Regolamento edilizio che consente tale superamento. È un fatto però che sino ad oggi l’applicazione di questa norma sia stata molto rara e che la sua interpretazione presenti margini di discrezionalità. Del resto, in un periodo come l’attuale nel quale si stanno modificando gli strumenti di pianificazione ed il Regolamento edilizio, non sembra opportuno dare degli input politici positivi alla realizzazione di interventi del genere. Come si pensa dunque di potere garantire l’imparzialità di trattamento? A queste domande non è stata data risposta e, per cambiare discorso, si è preferito accusarci di aver diffamato gli uffici, solo perché abbiamo osservato che questa interrogazione si inserisce in un contesto di altre nostre interrogazioni su questioni edilizie ed urbanistiche dalle quali si ricava l’impressione che per certi privati e per certi studi tecnici siano stati individuati dei percorsi che hanno facilitato la realizzazione degli interventi. Non era nostra intenzione diffamare nessuno, tantomeno gli uffici, per i quali abbiamo sempre avuto il massimo rispetto e la cui correttezza non mettiamo in discussione, né di sollevare polveroni. Osserviamo solo che se la politica non si prende la responsabilità di governare queste scelte possono generarsi scenari sgradevoli, anche se si sostiene che le regole formalmente sono state rispettate.

Nel corso del Consiglio sono state approvate due pratiche edilizie, già trattate in precedenti sedute.
Si tratta dell’approvazione alla variante delle zone D5 nella zona artigianale (incremento della superficie complessiva del 50% all’interno della sagoma lorda tramite la realizzazione di nuovi piani), adottata nel consiglio del 31 maggio e dell’approvazione di un piano particolareggiato di iniziativa privata a Isola di Brescia, sulla quale avevamo già presentato un’interrogazione nel consiglio del 25 gennaio. Su entrambe le deliberazione il voto di MENTELOCALE è stato contrario.

È stato poi approvato un emendamento di MENTELOCALE alla deliberazione sull’affidamento del Servizio di Tesoreria Comunale che propone di inserire tra i criteri di valutazione dell’offerta anche un criterio che tenga conto dell’assenza nel biennio precedente di transazione bancarie da parte degli istituti di credito nel campo del commercio delle armi. È un criterio qualitativo che può consentire di determinare anche la responsabilità etica e sociale delle banche. Per altre informazioni sulle “banche armate” si veda il sito http://www.banchearmate.it/home.htm

In conclusione è stata approvato il capitolato speciale d’appalto per l’affidamento in concessione del servizio di accertamento e riscossione dell’imposta comunale sulla pubblicità, della tassa per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche e della tassa di smaltimento giornaliero per il periodo 01/01/2011 – 31/12/2015.

mercoledì 20 ottobre 2010

MENTELOCALE
vi invita al Consiglio Comunale di
Giovedì 21 ottobre 2010, alle ore 20.45



in questo consiglio si parlerà di:

Mozione, presentata dal Consigliere Luca Vannoni, per la realizzazione di un Consiglio comunale aperto sulla crisi occupazionale a San Giovanni in Marignano;


Interrogazione sull’altezza di alcuni edifici di nuova costruzione e ricostruzione (fabbricato ad uso commerciale in via al mare e edifici di civile abitazione in via Crispi angolo via Mazzini), presentata dal Consigliere Luca Vannoni;


Approvazione della Variante specifica 2010/2 al Piano Regolatore Generale, zone D5 (Zona Industriale)

Approvazione del Piano particolareggiato di iniziativa privata per deroga alla distanza dal confine di proprietà e fra pareti antistanti (Isola di Brescia)

Affidamento del Servizio di Tesoreria Comunale periodo 01/01/2011. Approvazione capitolato speciale d’appalto

Affidamento in concessione del servizio di accertamento e riscossione dell’imposta comunale sulla pubblicità, del diritto sulle pubbliche affissioni, della tassa per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche e della tassa di smaltimento giornaliera per il periodo 01/01/2011 – 31/12/2015. Approvazione capitolato speciale d’appalto.

PARTECIPIAMO NUMEROSI!!!

mercoledì 13 ottobre 2010

OLTRE IL CEMENTO

Il 24 settembre e l'8 ottobre è tornata a riunirsi la Commissione consiliare sul compartone e sul Piano Strutturale Comunale. Le premesse, al solito, sembrano però piuttosto negative in quanto l'Assessore/Presidente Morelli non vuol sentire parlare di mettere in discussione i documenti ed i dati del P.S.C. presentato lo scorso anno, ma ancora non adottato. In pratica, la Commissione dovrebbe continuare a riunirsi solo per “essere informata” senza potere neppure discutere di aspetti fondamentali del Piano, come il suo "dimensionamento". Questo PSC, proseguendo nella politica di cementificazione del territorio, prevede per San Giovanni nei prossimi 15 anni un aumento di circa 3000 nuovi abitanti ed oltre1100 nuovi appartamenti (compartone compreso). Di queste previsioni, di queste scelte cruciali per il futuro del territorio e per la sua vivibilità, bisognerebbe cominciare a discutere. Altrimenti, ci si chiede che senso abbia tenere in vita una Commissione depotenziata di ogni significato se si tratta di adottare in fretta e furia un Piano a scatola chiusa, deciso e negoziato da pochi. Intanto in altre parti d'Italia, per fortuna, altre amministrazioni stanno facendo scelte politiche che mostrano una diversa visione del territorio. Dopo il Comune di Cassinetta di Lugagnano, anche il Comune di Solza, in provincia di Bergamo, ha adottato un Piano di Governo del Territorio a “crescita zero”.


Durante la seduta del 29 giugno 2010 il Consiglio Comunale ha adottato il Piano di Governo del Territorio (PGT) di Solza, provincia di Bergamo. Un PGT con una specificità che lo rende il primo nella bergamasca e tra i pochi in Italia definiti a “crescita zero” ossia un piano che non prevede ulteriore consumo del territorio.
Finalmente, in un territorio estremamente urbanizzato quale quello dell’Isola Bergamasca, si inverte la tendenza cementificatoria di questi ultimi decenni. Una scelta difficile ed impegnativa per un piccolo comune in un periodo che vede gli enti locali continuamente penalizzati dai tagli ai trasferimenti disposti dagli Enti centrali, Regione e Governo, e dall’aumentare delle incombenze e dai servizi richiesti dai cittadini ... Una scelta virtuosa che reca beneficio al territorio e nello stesso tempo richiede di mettere in moto sobrietà e austerità nelle politica amministrativa del comune, così come di sviluppare ingegno e creatività nella ricerca di fonti di finanziamento.
Una scelta resa possibile anche da una rigorosa politica di emancipazione del bilancio dagli oneri di urbanizzazione perseguita in questi ultimi anni, oneri utilizzati in genere dai comuni per coprire parte delle spese correnti, ossia l’edilizia che finanzia le spese ordinarie del comune, un’entrata aleatoria contro spese strutturali.
Una scelta che può portare a rinunce e tagli al bilancio con possibili ripercussioni sul consenso, ma per noi amministratori una scelta responsabile e obbligatoria.


Il Sindaco di Solza, Maria Carla Rocca, così ha commentato la decisione della sua amministrazione:

Leggendo le indagini del mercato immobiliare, l'abitazione più ambita risulta quella “a pochi passi dal mare, vicina ai servizi e immersa nel verde”.
Ora, il mare non saprei proprio come portarlo fino a Solza, ma per il resto direi che ci siamo dati da fare.
Da tempo abbiamo impostato il nostro lavoro amministrativo alla difesa del territorio e l'approvazione del nostro PGT a consumo territoriale zero è balzata al onore delle cronache di molti giornali, e non solo a livello locale nazionali.
Dopo anni di cementificazione massiva, che hanno prodotto anche una bolla speculativa tale da aver minato le basi dell'economia mondiale, sembrerebbe ovvio puntare sul recupero e riqualificazione dei centri storici, degli edifici esistenti, compresi capannoni inutilizzati, prima di costruirne di nuovi (anche questo è lavoro per le imprese edili) ... eppure è stata una scelta difficile e controcorrente!
Difficile perché abbiamo deluso le aspettative, anche legittime, di alcuni cittadini che da anni aspettano di vedere rivalutati i propri terreni da agricoli a edificabili e controcorrente perché è molto più facile racimolare soldi con oneri di urbanizzazione nell'immediato per poi ridistribuirli, senza troppi patemi; invece ora dovremo essere molto più accorti con il bilancio comunale.
Per la nostra politica di gestione del territorio siamo stati addirittura additati, in altre occasioni, da altri amministratori o dai cavatori come degli integralisti o degli ideologhi della difesa dell’ ambiente, a discapito del progresso e dell'innovazione: peccato che Solza sia stato uno dei primi comuni ad insolarizzare gli edifici con i pannelli fotovoltaici ed ora, grazie anche ad un contributo regionale, ci accingiamo a rinnovare l'impianto di illuminazione pubblica con la tecnologia delle lampade a LED.
L'attenzione al territorio e all'ambiente in cui viviamo non sono in contrasto con l'innovazione, anzi se ne servono per migliorare la qualità della vita; la ricerca e lo sviluppo sono degni di questa definizione solo quando sono messi al servizio di tutti e non quando servono solo ad arricchire pochi!
Andare controcorrente è sicuramente più difficile e paga meno nell'immediato, ma a volte serve anche coraggio e accogliere la sfida per riuscire a gestire un comune senza usare territorio come merce di scambio, che prima o poi finirà. Si può invece far fronte alle sue esigenze di spesa impiegando parsimonia e buon senso che, con la collaborazione di tutti, sono risorse inesauribili.

tratto da http://www.stopalconsumoditerritorio.it/index.php?option=com_content&task=view&id=318&Itemid=1

mercoledì 6 ottobre 2010

DICIASSETTESIMO CONSIGLIO

Nel consiglio comunale di mercoledì 29 settembre si è parlato di salvaguardia di equilibri del bilancio e di opere pubbliche.

Abbiamo votato contro la proposta di salvaguardia degli equilibri di bilancio in quanto, come lo scorso anno, al contrario di quello che prevede la norma, non documenta lo stato di attuazione dei programmi che i vari servizi comunali stanno realizzando, rendendo così impossibile l’operazione di controllo da parte dei consiglieri.
Abbiamo chiesto anche chiarimenti sul percorso di bilancio partecipato, ancora non partito, da noi proposto nel consiglio del 30 giugno 2010. L’Assessore Tasini ha detto che prima di fare partire il percorso intende avere delle certezze sulle entrate per il 2011.
Nel frattempo, però, anche per non perdere anche questa occasione, si potrebbe cominciare a discutere con i cittadini delle spese correnti, il cui importo è noto e da rivedere. È fondamentale che nell’attuale situazione di crisi le scelte relative all’utilizzo delle risorse pubbliche vengano ponderate attraverso il coinvolgimento reale dei cittadini.
Non si sono avute risposte univoche dagli Assessori competenti rispetto all’incasso degli oneri di urbanizzazione previsti in bilancio (euro 720.000,00) che per Tasini procederebbe regolarmente, mentre per Morelli avrà una flessione.
Per quanto riguarda le sponsorizzazioni, il Sindaco ha detto che le previsioni di bilancio (entrate per euro 239.000,00) non potranno essere rispettate data l’attuale situazione di crisi. Allora perché è stato inserito nel bilancio 2010 una previsione di aumento delle entrate da sponsorizzazioni di euro 128.000,00? Già nel Consiglio del 24 febbraio avevamo denunciato questa anomalia. A febbraio non c’era già la crisi?

Per quanto riguarda la seconda variazione al programma triennale 2010/2012 ed elenco annuale 2010 delle Opere Pubbliche, abbiamo votato contro in quanto questa proposta denuncia un pesante deficit di programmazione, a partire dall’edilizia scolastica, ed una mancata individuazione delle priorità da perseguire.
“Con tale Variazione si vanno ad aumentare le risorse per la realizzazione della scuola di Montalbano, a partire da una progettazione differente da quelle prevista nel Consiglio del 30 giugno scorso. Dunque, le osservazioni di MENTELOCALE sull’impossibilità di concludere l’opera entro settembre e sulla criticità dell’intervento non erano campate in aria. A questo punto, vista l’entità rilevante del finanziamento, si tratta di fare una riflessione globale qui in Consiglio sulle politiche di edilizia scolastica realizzate e che si intendono realizzare per cercare di capire quale sia la strada migliore, tenendo conto delle disponibilità di bilancio. Puntare anche sul recupero delle altre scuole materne, costruire un edificio centralizzato?
Per quanto riguarda l’eliminazione dall’elenco 2010 delle OO.PP. del 5° stralcio degli insediamenti malatestiani, che valutiamo positivamente in quanto lo avevamo già chiesto in Consiglio giusto un anno fa, perché non decidersi ad utilizzare i fondi FAS (€ 340.000,00) per interventi più urgenti piuttosto che accendere altri mutui?
Per quanto riguarda Palazzo Corbucci, alla luce delle comunicazioni fatte nell’incontro di lunedì dall’Amministratore delegato della Porta della Valconca s.r.l., considerato che in bilancio sono previsti solo € 75.000,00 per la messa in sicurezza del tetto di Palazzo Corbucci, ci si chiede dove siano le altre risorse necessarie , pari ad euro 300.000,00, e dove sia il piano finanziario di questo intervento”.

A margine del Consiglio comunale, alla presenza del direttore della Casa Protetta e della Responsabile dei Servizi sociali, si è discusso sulla questione dell’adesione del Comune di San Giovanni in Marignano alla modifica dell’accordo di programma per la trasformazione delle Istituzioni pubbliche di Assistenza e Beneficenza (II.PP.A.B) in Aziende Pubbliche per i Servizi alla Persona (ASP).
È stato chiarito che, ai sensi di legge, non è obbligatorio per il nostro Comune aderire a questa convenzione, anche se si ritiene opportuno essere presenti all’atto di costituzione di questa Azienda per avere voce in capitolo sulla distribuzione dei fondi a livello di zona sud.
Il Comune di San Giovanni cederebbe all’Azienda la gestione dei servizi della Casa Protetta.
Un altro motivo per aderire all’accordo di programma sarebbe il processo di accreditamento dei servizi della Casa Protetta previsto dalla normativa regionale che dovrebbe concludersi entro il 31 dicembre 2013. In questo contesto, è partita la privatizzazione della gestione dei servizi della Casa Protetta. Si tratterà però di decidere, appunto entro il 2013, chi sarà il responsabile unico della gestione, se pubblico o privato. In questo senso, la gestione potrebbe essere affidata all’ASP.
Abbiamo espresso alcune perplessità, a partire dal pericolo che tutto si traduca nella creazione dell’ennesimo poltronificio, con il pericolo di una perdita di controllo sulla qualità dei servizi erogati, anche in mancanza di chiarezza sulla costituzione degli “organismi di partecipazione e di rappresentanza degli interessi degli utenti dei servizi”.
Del resto, la prospettiva che nella zona sud siano previste 2 ASP (una costituita da Riccione, Coriano, San Giovanni ed i Comuni della Valconca, l’altra da Misano e San Clemente) fa sorgere alcuni dubbi sulle finalità di tutta la partita.

martedì 28 settembre 2010

ECHI SU PALAZZO CORBUCCI

Ieri pomeriggio, in una location inusuale come la Tenuta del Monsignore, i consiglieri comunali sono stati convocati dall’Amministratore delegato della Porta della Valconca s.r.l. e dal Sindaco per comunicazioni su Palazzo Corbucci.

Cenci ha tenuto a precisare che in questi otto mesi si è dato molto da fare e ha raggiunto molto obiettivi. Innanzitutto ha provveduto a mettere mano a una serie di adempimenti amministrativi avvalendosi, sulla base di una Convenzione stipulata con il Comune, del personale di S.I.S., di cui è presidente. Sembra che questa collaborazione sia avvenuta su base ‘volontaria’, per ora non retribuita.

Altro obiettivo raggiunto è stato quello di affidare l’incarico allo studio Profili Associati per la progettazione della messa in sicurezza del tetto e delle pareti esterne di Palazzo Corbucci ai sensi della normativa antisismica. I tecnici hanno argomentato la necessità di messa in sicurezza data la situazione di degrado della copertura e del cornicione lato Ventena oltre a varie situazione di infiltrazioni di umidità. È stato detto più volte che negli ultimi due, tre anni (cioè da quando il Palazzo è passato nelle mani del Comune) il processo di deterioramento è stato notevole. Il costo dell’intervento dovrebbe aggirarsi per ora sui 375.000,00 euro ma non è affatto escluso che il conto possa risultare molto più salato. Come era emerso nell’ultimo Consiglio comunale, del resto, il Comune non sa a quanto ammonti il costo del recupero del Palazzo e, incomprensibilmente, non intende saperlo.

Infine, la prof.ssa Lucia De Nicolò, su incarico di Cenci, ha sviluppato un’idea per l’utilizzo del Palazzo. Si propone di realizzare un eco – museo dedicato al grano ed al vino a partire dalla valorizzazione delle fonti archivistiche relative a San Giovanni e al territorio limitrofo. In un convegno già fissato per il 13 dicembre il tutto dovrebbe essere presentato pubblicamente. Non è escluso che il Palazzo possa essere adibito anche ad altri utilizzi come sede di esposizioni.

Nonostante sia evidente che tutto è già stato deciso, e non certo dalla apposita Commissione consiliare che era stata istituita né dal Consiglio Comunale, si continua a dire che occorrerà coinvolgere la cittadinanza e le diverse categorie per l’ulteriore definizione di questo progetto. Resta non chiarito, per ora, il ruolo dei privati né si è accennato ai vari pubblici esercizi, negozi ed appartamenti che si intendevano realizzare. L’unica certezza è che attualmente la copertura delle spese è a carico del Comune anche se nel bilancio di previsione 2010 si trovano registrati solo euro 75.000,00 per il recupero di Palazzo Corbucci. In ogni caso, il Sindaco ha detto esplicitamente che non è preoccupato dal dovere sostenere costi anche più elevati dato che il valore del recupero del “castello” sarebbe inestimabile per la comunità marignanese. Si verificheranno anche fonti di finanziamento dello Stato e dell’Unione Europea.

Abbiamo fatto notare che prima di procedere ad affidare incarichi e a sviluppare idee progettuali occorrerebbe fare un’analisi dei bisogni concreti e delle aspirazioni dei cittadini di San Giovanni in merito all’utilizzo di Palazzo Corbucci. È proprio un eco – museo che serve a San Giovanni? E soprattutto, quali saranno i costi gestionali che tale intervento comporterà una volta ultimato? Queste osservazioni di buon senso però non preoccupano, anche se il “pianificar facendo” va contro qualsiasi metodologia di programmazione (e di partecipazione). Ma anche in questo caso ci si trova di fronte ad una strana fretta di concludere.

A breve si dovrebbe riunire di nuovo la Commissione consiliare su Palazzo Corbucci per prendere atto (si immagina, a questo punto) di quanto stabilito da Cenci e dal Sindaco e per contribuire, forse, (bontà loro) ad un percorso che si dice che si è aperto ma che nei fatti (visto il metodo adottato) sembra già chiuso.

lunedì 20 settembre 2010

SEDICESIMO CONSIGLIO


Venerdì 17 settembre, alle ore 18,30, si è svolto il sedicesimo consiglio della legislatura. Naturalmente, dato l’orario, che non favorisce certamente la partecipazione, ad assistere alla seduta c'era praticamente nessuno. In apertura lo stesso sindaco ha messo le mani avanti dicendo che si tratta di un esperimento e che le procedure di convocazione verranno prossimamente definite nella conferenza dei capigruppo, in un anno e mezzo praticamente mai convocata, salvo per il consiglio del compartone.
L’Assessore Montanari ha poi distribuito della documentazione sulla trasformazione delle Istituzioni Pubbliche di Assistenza e Beneficenza in Aziende per i Servizi alla Persona, questione di cui si riparlerà.

È stata poi approvata all’unanimità una mozione del consigliere Bordoni per sollecitare l’introduzione nell’ufficio postale di San Giovanni di un sistema elettronico di informazione sull’attività degli sportelli e per regolare la fila delle persone.

L’altra mozione presentata sempre da Bordoni sull’istituzione di una Commissione per consiliare di lavoro sul’elargizione dei contributi in materia sociale è stata ritirata. Si è valutato che potrebbe essere forse opportuno intervenire con modifiche del relativo Regolamento in materia di assistenza e beneficenza. Come MENTELOCALE siamo comunque contrari all’ingresso della negoziazione politica in un settore delicato come quello dei contributi sociali. La commissione non è lo strumento giusto per migliorare le eventuali anomalie del sistema.

All’interrogazione presentata dal consigliere Bordoni sulla lottizzazione “Santa Croce” di Pianventena, l’Assessore Morelli ha risposto consegnando una piantina con le collocazioni dei parcheggi pubblici già realizzate e cedute al Comune e di quelle in corso di realizzazione, specificando che nel frattempo è stata completata anche la sistemazione di via Fossatino.

Come MENTELOCALE abbiamo poi posto un’interrogazione sul crollo del portico nel Santuario di Madonna del Monte. L’Assessore Gabellini ha risposto dicendo che si ritiene di risolvere la questione nell’ambito del prossimo P.S.C. acquisendo il Santuario attraverso il ricorso allo strumento della perequazione, cioè dando in cambio al privato la possibilità di costruire altrove. È stato fatto presente inoltre che ai sensi del Codice dei Beni Culturali il Comune ha il potere, trattandosi di un bene di interesse culturale riconosciuto dalla Soprintendenza, di pretendere dal privato di sistemare la situazione di degrado e, in caso di inerzia, anche di procedere all’esproprio. Abbiamo fatto notare che l’approvazione del P.S.C. non è dietro l’angolo e che forse occorre procedere per ottenere nel più breve tempo possibile il ripristino dell’edificio, come previsto dalla legge, senza far balenare tante contropartite.

Per quanto riguarda la realizzazione del progetto di videoriprese e pubblicazione sul sito internet del Comune del Consiglio Comunale, approvato su nostra proposta più di un anno fa, ci è stato risposto che ci si attiverà in breve tempo per portare in Consiglio il Regolamento. Chissà però perché tutto ciò che riguarda la trasparenza e la partecipazione marcia così lentamente!

Sulle nostre domande su Palazzo Corbucci il Sindaco si è lanciato in un mea culpa, riconoscendo che l’articolo di Cenci su “San Giovanni Notizie” ha rappresentato una fuga in avanti, che non sarebbe però condivisa dall’Amministrazione (ma Cenci non risponde direttamente al Sindaco?). Si dovrebbe perciò ripartire da zero attraverso una riunione di tutto il Consiglio comunale con l’Amministratore delegato della Porta della Valconca s.r.l. . Il mutuo quindicennale di euro 375.000,00 sarebbe necessario per riparare il tetto. Ma non si è capito perché una decisione così importante non sia mai stata portata in Consiglio e perché – se c’è tutta questa necessità – non si dirottino su questo intervento altre risorse, come parte degli euro 800.000,00 previsti per il “river” del Fosso del Pallone. Infine, una amara conferma. Il nostro Comune ha acquisito Palazzo Corbucci senza avere fatto fare una preventiva stima dei costi necessari per il suo recupero. Stima che invece sarebbe stata necessaria per valutare la convenienza del “baratto” con la piscina coperta e riscaldata e l’effettiva capacità delle finanze pubbliche di sostenere un intervento del genere. Se si riparte da zero, sarebbe opportuno realizzare una stima delle risorse necessarie per il recupero e per la futura gestione di Palazzo Corbucci.

Come MENTELOCALE abbiamo poi votato contro l’approvazione della variante cartografica sull’area verde e sul parcheggio pubblico in Via Pianventena, in quanto l’area verde, come da richiesta del privato, sarebbe realizzata in parallelo alle abitazioni private, e non alla pista ciclopedonale, limitando così la fruizione pubblica. Naturalmente la variante è stata approvata, con l’astensione del gruppo PDL – Lega.

Abbiamo espresso poi voto contrario all’inserimento dei rifiuti ingombranti tra i rifiuti speciali assimilabili ai rifiuti urbani in quanto la normativa richiamata è stata abrogata dal Codice dell’Ambiente (art.195, comma 2, lett. e) del D.Lgs. 152/2006) che vieta tra l’altro che i rifiuti prodotti da aree produttive siano assimilati ai rifiuti urbani.

venerdì 10 settembre 2010

IL PUNTO SUI RIFIUTI

Qual è la situazione della gestione dei rifiuti nel nostro Comune che da dicembre 2009 ha adottato, con non pochi disagi per i cittadini, il sistema e-gate?

I dati Hera ci dicono che a luglio 2010 la produzione complessiva dei rifiuti (rifiuto urbano + raccolta differenziata) è aumentata rispetto al 2009 del 3,13% (tot. kg. 3.567.559). Continuiamo a produrre troppi rifiuti. L’aspetto della diminuzione della produzione dei rifiuti rimane un problema del tutto aperto e ad oggi non affrontato. Occorre far partire a livello locale dei progetti che favoriscano la riduzione della produzione di certe matrici, come la plastica, attraverso l’installazione di dispenser per l’erogazione dell’acqua e dei detersivi.

Nel periodo gennaio – luglio 2010 i rifiuti indifferenziati sono diminuiti del 36,13% rispetto allo stesso periodo del 2009.

Per quanto riguarda la raccolta differenziata a luglio 2010 si è attestata al 58,61%, mentre la media da gennaio a luglio 2010 è al 61,06%. Da gennaio a luglio ci sono stati dei risultati altalenanti. Il miglior risultato di raccolta differenziata si è registrato a marzo 2010 (62,75%), il peggior risultato ad aprile 2010 (57,44%). Il sistema, evidentemente, non si è ancora stabilizzato. Rispetto al 2009 si registra un aumento di raccolta differenziata del 37,12%.

I costi del servizio nei primi sette mesi del 2010 ammontano ad euro € 760.492,05, mentre nel medesimo periodo del 2009 ammontavano ad euro € 739.194,41. In pratica, nonostante l’aumento della raccolta differenziata, e la rilevante diminuzione della produzione di rifiuto indifferenziato, la spesa per la gestione dei rifiuti non accenna a diminuire, anzi aumenta.

Ci si può interrogare a questo punto sulla qualità dell’aumento della raccolta differenziata generato dal sistema e – gate che, come sappiamo, attraverso il cassonetto accessibile solo con la chiavetta elettronica, scoraggia il conferimento del rifiuto indifferenziato. Siamo proprio sicuri che una certa parte di rifiuti indifferenziati non sia stata smaltita nei cassonetti aperti della raccolta differenziata, peggiorandone così la qualità? Il dubbio persisterà sino a che non verrà fatta chiarezza sulle modalità di quantificazione del peso dei rifiuti differenziati.

Nel 2008 le 2478 tonnellate di rifiuto differenziato di San Giovanni hanno prodotto per il Comune un minore costo per lo smaltimento pari ad € 55.200,00. A livello provinciale il beneficio era stato di euro 1.600.000,00. Vedremo quali maggiori benefici economici porterà nel 2010 questo aumento di raccolta differenziata per San Giovanni. È evidente che una raccolta differenziata spinta, con percentuali decisamente oltre l’80%, potrebbe portare ulteriori benefici, puntando ad una reale riduzione graduale dei costi.

Perché dunque non provare ad applicare, anche attraverso sperimentazioni per zone, sistemi di raccolta maggiormente efficaci come il porta a porta? Oltre alle tasche dei cittadini, certamente anche il decoro urbano, con la scomparsa dei maleodoranti cassonetti dalle strade, ne guadagnerebbe. E per un paese che voglia migliorare la vivibilità dei propri spazi pubblici questo potrebbe essere un obiettivo realistico da prendere in considerazione.

venerdì 3 settembre 2010

COMPARTONE, UNA PARTITA ANCORA APERTA

A seguito dell’approvazione da parte della maggioranza della variante specifica e del P.U.C. del compartone nel Consiglio comunale del 29 luglio 2010, il gruppo consiliare MENTELOCALE intende ribadire e portare a conoscenza della cittadinanza le proposte fin qui avanzate, che non si sono esaurite nell'opzione zero, e sono state sostenute anche da una ampia legittimazione popolare concretizzatasi in particolare:
• nelle 1126 firme raccolte dalla petizione del Comitato No al Compartone;
nella forte e prorompente richiesta per una rivisitazione del progetto sul compartone emersa durante l'incontro di presentazione indetto dall'Amministrazione il 23 marzo 2009. Incontro, crediamo, sia rimasto nella memoria di tutti i partecipanti, dei relatori e dell'attuale Sindaco.

Innanzitutto, teniamo a precisare che il Progetto Urbano di Coordinamento (P.U.C.) approvato, per stessa ammissione del legale incaricato dal Comune di stendere un parere sul procedimento urbanistico scelto, non costituisce una norma direttamente vincolante per le trasformazioni territoriali. Solo dopo la sottoscrizione di un’apposita convenzione con il soggetto attuatore, il Comune sarà vincolato a rispettare degli impegni definiti. Insomma, è importante precisare che la legge consente ancora di ripensare il compartone e ridimensionare il suo carico ed impatto urbanistico, valutando le eventuali soluzioni alternative.

1) Riteniamo necessario, al fine di tutelare nel miglior modo possibile l’interesse pubblico, acquisire tutte le conoscenze utili per avere un quadro certo delle esigenze abitative dei cittadini marignanesi per i prossimi venti anni. A tal fine, proponiamo di realizzare un censimento ufficiale delle abitazioni esistenti non utilizzate, uno studio demografico sull’evoluzione naturale della popolazione e uno studio sugli impatti ambientali del progetto. Inoltre, chiediamo che venga effettuato anche uno studio legale per valutare l’entità dei risarcimenti che il privato potrebbe richiedere al Comune in caso di modifica delle previsioni del Piano Regolatore.

2) Ribadiamo la proposta, condivisa anche da altre forze politiche, di affrontare la questione del compartone all’interno del Piano Strutturale Comunale (P.S.C.) in via di adozione e degli strumenti attuativi ad esso correlati come i Piani Operativi Comunali (P.O.C.) e non attraverso i vecchi strumenti di pianificazione. Questa scelta consentirebbe innanzitutto di riportare sotto il controllo pubblico l’attuazione dell’intervento. Inoltre, data la natura normativa del P.S.C. (che rispetto al vecchio Piano Regolatore non assegna immediatamente al privato la possibilità di costruire, ma individua solo un programma di espansione di massima) il Comune avrebbe la possibilità di gestire con maggiore flessibilità ed autonomia la questione della riduzione del carico e dell’impatto urbanistico del compartone, come richiesto dalla Provincia, senza timore di ricorsi da parte del privato.

3) Proponiamo di non prevedere nel nuovo P.S.C. ulteriori nuovi appartamenti. È possibile dare ampie risposte alle effettive esigenze abitative di San Giovanni limitandosi a prendere in considerazione le previsioni non attuate del vecchio Piano Regolatore. Si tratta di ben 524 appartamenti che per la maggior parte sono previsti proprio nel compartone. Proponiamo pertanto di alleggerire la concentrazione di appartamenti nel compartone, distribuendoli, qualora necessario, in altre aree del territorio. Tale “smontaggio” del compartone dovrebbe avvenire soprattutto attraverso il recupero e la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, limitando il più possibile gli interventi che prevedono il consumo di nuovo territorio.

4) Riteniamo necessario che l’Amministrazione attivi finalmente un percorso di urbanistica partecipata relativo al compartone. Siamo convinti che attraverso il coinvolgimento dei cittadini di San Giovanni, che sono i diretti interessati degli effetti di questo intervento sull’ambiente, sulle infrastrutture e sui servizi, sia possibile apportare dei miglioramenti sostanziali al progetto, sino ad ora blindato dell'amministrazione, a partire per esempio dalle questioni irrisolte relative agli spazi pubblici, come la conformazione del parco urbano, la valorizzazione di Via Spesso, la mancanza di una piazza e di un viale principale come segni distintivi di identificazione civica, la collocazione delle vasche di laminazione, l’abbassamento della quota altimetrica del comparto per un suo ottimale inserimento nel contesto paesaggistico, ecc.

La “partita” del compartone è una vicenda complessa che può apparire snervante e favorire lo scoraggiamento e la rassegnazione. In realtà, l’approvazione della variante specifica e del P.U.C. del compartone nel Consiglio Comunale del 29 luglio 2010 è solo un primo passo, importante ma certo non definitivo. Non è ancora stata detta l’ultima parola sul compartone. Per quanto ci riguarda continueremo la nostra opera di denuncia, di proposta e di informazione. Chiediamo dunque a tutti i marignanesi di continuare a sostenere la “battaglia” contro il compartone e contro la cementificazione per fare crescere insieme quel cambiamento culturale di cui San Giovanni ha bisogno.

lunedì 23 agosto 2010

INTERROGAZIONE PALAZZO CORBUCCI

Nell'ultimo numero di "San Giovanni Notizie" l'Amministratore delegato della Nuova San Giovanni s.r.l. ha comunicato tutta una serie di azioni che ha compiuto negli ultimi tempi in merito alla gestione di Palazzo Corbucci: dalla individuazione di una banca per accendere un mutuo di 375.000,00 euro all'invito ad imprese private a presentare progetti di gestione. Considerato che tali scelte, che sembrano preludere ad un recupero dell'edificio con risorse pubbliche e ad una privatizzazione della gestione, non sono state condivise né dalla Commissione di studio istituita su Palazzo Corbucci né dal Consiglio comunale, MENTELOCALE ha presentato sabato scorso un'interrogazione per avere chiarimenti. Visto che a differenza del compartone l'Amministrazione non può appellarsi in questo caso a scelte fatte da altri in passato, auspichiamo che la definizione dell'idea progettuale per l'utilizzo del Palazzo Corbucci non venga anche in questo caso "blindata", ma sia fatta oggetto di un ampio percorso di discussione pubblica e di urbanististica partecipata aperto ai cittadini.



Oggetto: Interrogazione a risposta orale in Consiglio sulla recente attività svolta dalla società Porta della Valconca s.r.l. in merito al recupero di Palazzo Corbucci.

VISTO l’articolo apparso sul numero di aprile-maggio-giugno 2010 del notiziario “San Giovanni Notizie”, pagg.4-5, nel quale l’Amministratore delegato della società Porta della Valconca s.r.l. comunica di aver promosso incontri per la riqualificazione di Palazzo Corbucci con referenti pubblici e privati;

CONSIDERATO in particolare che dal medesimo articolo si apprende che per la “messa in sicurezza urgente” del tetto di Palazzo Corbucci sarà assunto un mutuo quindicennale di euro 375.000,00, per l’accensione del quale è già stato individuato l’Istituto Bancario, e che i lavori saranno eseguiti in base al progetto che era stato elaborato dalla precedente proprietà;

CONSIDERATO inoltre che nella conclusione del medesimo invito è presente un esplicito invito ad imprenditori privati a presentare proposte per il recupero di Palazzo Corbucci;

DATO ATTO che nell’ambito della Commissione consiliare di studio, che è stata istituita con deliberazione C.C. n.13 del 25.01.2010 per rispondere all’esigenza di raccogliere dati e informazioni sul più idoneo utilizzo futuro di Palazzo Corbucci, non sono state assunte decisioni né avanzate richieste all’Amministratore delegato della Porta della Valconca s.r.l. di attivarsi per reperire finanziamenti né tanto meno è stato stabilito che la soluzione gestionale dovesse coinvolgere imprenditori privati;

DATO ATTO che neppure il Consiglio comunale è stato mai coinvolto in merito alle modalità di finanziamento del recupero di Palazzo Corbucci né soprattutto in merito alla elaborazione dell’idea progettuale per la gestione dello stesso edificio;

RITENUTO opportuno che il percorso di elaborazione dell’idea progettuale per il recupero di Palazzo Corbucci coinvolga anche i cittadini di San Giovanni in un reale percorso di urbanistica partecipata che non si riduca alla presa d’atto di un progetto preconfezionato;

Per quanto sopra esposto

CHIEDO

- in base a quale mandato l’Amministratore delegato della Porta della Valconca s.r.l. ha ritenuto di attivare dei contatti per l’accensione di un mutuo quindicennale, di confermare il progetto di recupero elaborato per la precedente proprietà e di coinvolgere degli imprenditori privati tenuto conto che nell’ambito della Commissione consiliare su Palazzo Corbucci non è stata ancora definita una proposta in merito alla soluzione gestionale più opportuna?


- non è opportuno che l’idea progettuale relativa al recupero ed alla gestione di Palazzo Corbucci venga elaborata gradualmente attraverso il coinvolgimento della competente Commissione consiliare, del Consiglio comunale e dei cittadini e non esclusivamente dall’Amministratore delegato della Porta della Valconca s.r.l.?


- prima di procedere all’acquisizione di Palazzo Corbucci da parte del Comune è stata effettuata una stima dello stato dell’edificio e delle risorse necessarie per il suo recupero?

sabato 14 agosto 2010

UTILIZZO ALLOGGI PUBBLICI

È stato pubblicato sul sito del Comune nella sezione “Avvisi/Servizi Sociali” l’elenco predisposto dall'ACER, ai sensi dell’art. 16 c. 21 del "Regolamento Comunale per la disciplina di accesso all’edilizia residenziale pubblica e permanenza negli alloggi", approvato con deliberazione di Consiglio Comunale n. 56 in data 22/04/2009, relativo all’utilizzo degli alloggi del Comune di San Giovanni in Marignano.

In una precedente interrogazione avevamo tra l’altro chiesto quale interventi fossero stati fatti per favorire la mobilità tra assegnatari in alloggi con spazi adeguati in rapporto alla numerosità del nucleo familiare. Questi dati ci danno una fotografia aggiornata della situazione.

Dall’elenco si evince che gli alloggi sono assegnabili ai vari nuclei familiari anche sulla base dei seguenti standard abitativi:
a) Gli alloggi con superficie utile fino a 50,00 mq. sono assegnabili ai nuclei familiari composti da 1 e 2 persone;
b) gli alloggi con superficie ricompresa tra i 50,01 mq. e 65,00 mq. sono assegnabili ai nuclei familiari composti da 3 persone;
c) gli alloggi con superficie ricompresa tra i 65,01 e 75,00 mq. sono assegnabili ai nuclei familiari composti da 4 persone;
d) gli alloggi con superficie ricompresa tra i 75,01 e i 90,00 mq. sono assegnabili ai nuclei familiari da 5 - 6 persone;
e) gli alloggi con superficie oltre 90,00 mq. sono assegnabili ai nuclei familiari composti da 7 persone ed oltre.

Su 61 alloggi pubblici, 44 risultano occupati, mentre 17 risultano sfitti. Dall’esame dei dati inoltre risulta che ben 36 alloggi risultano sottoutilizzati rispetto alle loro potenzialità abitative. In particolare, in 19 casi il sottoaffollamento per alloggio va dalle 5 alle 4 persone, mentre in altri 7 casi il sottoaffollamento va dalle 3 alle 2 persone in meno per alloggio. Vi sono poi 10 casi in cui il sottoaffollamento si riduce ad una unità in meno rispetto alle previsioni. I rimanenti 8 alloggi assegnati non risultano sottoutilizzati, anzi in almeno due casi si rileva un sovraffollamento pari ad 1 unità ciascuno. Stiamo parlando in particolare di 2 appartamenti di circa 65 mq abitati da 4 persone invece di 3.

Dai dati, infine, risulta che, sulla base degli standard abitativi vigenti, gli alloggi pubblici assegnati, che attualmente ospitano 110 persone, ne potrebbero ospitare altre 113. Comunque la si pensi, è un dato che fa riflettere. In ogni caso, considerando che i 17 alloggi pubblici non utilizzati sono previsti per lo più per 1, 2 o al massimo 3 persone, ci si chiede se non sia possibile utilizzarli per i nuclei familiari più ristretti, prevedendo un miglior utilizzo degli alloggi di più grande dimensione (quelli da 78 mq a 92 mq) sottoutilizzati, da destinare preferibilmente ai nuclei familiari più numerosi.

mercoledì 11 agosto 2010

NEWS SCUOLA DELL'INFANZIA

Dalla deliberazione della Giunta comunale n.113 del 9 luglio 2010, pubblicata in questi giorni all’albo pretorio online del sito del Comune, apprendiamo alcune novità in merito alla vicenda dei 19/21 bambine/i che devono frequentare la scuola dell’infanzia a partire dal 14 settembre 2010 e per i quali non si trovava né l’insegnante né l’aula.

Rammentiamo che nel Consiglio Comunale del 30 giugno l’Amministrazione aveva promesso di realizzare gli spazi della nuova sezione accanto all’attuale scuola dell’infanzia di Montalbano per dare risposte certe alle famiglie. Già in quell’occasione avevamo però segnalato che i tempi erano ristretti e che dunque non si sarebbe potuto realizzare la scuola entro settembre, all’apertura del nuovo anno scolastico.

Con la deliberazione G.C. n.113/2009 l’Amministrazione ha dovuto prendere atto della realtà: il prefabbricato della nuova sezione non sarà più realizzato entro settembre 2010, ma, si dice, “presumibilmente entro dicembre 2010”. Nel frattempo gli alunni verranno ospitati “in una stanza idonea dell’attuale scuola dell’infanzia”, presumibilmente di Montalbano.

Non è chiaro se nel frattempo l’Ufficio Scolastico Regionale abbia concesso una nuova sezione. La questione dell’insegnante verrà risolta utilizzando una delle due insegnanti che attualmente operano nell’unica sezione della scuola dell’infanzia di Montalbano. La nuova sezione probabilmente sarà a tempo parziale, mentre per quanto riguarda la fascia pomeridiana scoperta della sezione a tempo pieno il Comune darà un contributo all’Istituto Comprensivo per un educatore. Le risorse, pari ad euro 8.000,00, sono state reperite attraverso un prelevamento dal Fondo di riserva, per ora solo per il periodo settembre – dicembre 2010. Le risorse per il periodo gennaio – giugno 2011 dovrebbero essere stanziate nel bilancio 2011.

Diventa naturalmente urgente capire se la stanza individuata per accogliere in via temporanea gli alunni della nuova sezione sia davvero idonea e quando sarà pronto il prefabbricato che si intende realizzare (il cui costo, si rammenta, si aggira sui 300.000,00 euro). Ci si chiede poi se i genitori della sezione a tempo pieno di Montalbano siano stati puntualmente informati di tali novità.

Questa vicenda in ogni caso segnala che la programmazione di risorse certe e di edifici efficienti per l’istruzione scolastica realizzabili in tempi definiti non può essere improvvisata o sostituita dalla propaganda. Se queste difficoltà sono sorte per bimbi, per lo più residenti, nati nel 2007, ci si chiede cosa accadrà di fronte all’espansione demografica che verrà determinata dal compartone e dalla politica di espansione edilizia che l’Amministrazione sta ancora perseguendo.

giovedì 5 agosto 2010

CONSIDERAZIONI D'AGOSTO

Il voto sul compartone nel Consiglio comunale dello scorso 29 luglio ha almeno fatto chiarezza sull’attuale situazione politica di San Giovanni.

MENTELOCALE è l’unica forza di minoranza in grado di fare opposizione in Consiglio comunale al Bianchi bis. Non solo perché ha votato contro il compartone, ma anche perché ha saputo argomentare chiaramente la propria posizione proponendo, tra l’altro, una soluzione alternativa al percorso adottato dalla maggioranza. Essere coerenti con il programma votato dagli elettori, infatti, non significa non potere fare politica e non potere usufruire di tutti gli spazi, anche ristretti, che vengono messi a disposizione.

Il gruppo PDL – Lega, invece, ha scelto di uscire dalla sala e di non partecipare al voto. Questa uscita non è stata particolarmente argomentata, salvo un riferimento alla discussione sul prossimo P.S.C. ed alla richiesta di potere discutere con la maggioranza delle nuove zone di espansione urbanistica. Insomma, da un certo punto di vista, sembra che questa non partecipazione al voto sia stata una tattica per riuscire ad ottenere in futuro qualcosa di più in ambito urbanistico.

La discussione svoltasi sino ad ora nell’ambito della Commissione sul compartone è stata particolarmente deludente. La maggioranza non ha dato alle minoranze alcuna possibilità di entrare nel merito della discussione sul compartone. Il P.U.C. del compartone, infatti, non è stato neppure valutato dalla Commissione, mentre da settimane veniva vivisezionato dai notabili del PD (e si è visto con quali risultati). Tenuto poi conto che il PDL- Lega in Commissione ha votato contro la relazione di maggioranza, non si comprende perché non abbia coerentemente votato contro il compartone anche in Consiglio comunale. Del resto, è pur vero che sulle partite urbanistiche di peso (vedi Piano Casa) PD e PDL per ora sono sempre andati a braccetto. Non è escluso che anche in questo caso il PDL – Lega sia stato richiamato all’ordine e non abbia trovato di meglio, per non scontentare troppo il manovratore, che fare una finta opposizione.

A conforto di questa tesi, bisogna rammentare che Bianchi in Consiglio comunale, per criticare MENTELOCALE, non abbia trovato di meglio che leggere un testo del PDL – Lega con il quale si prendevano le distanze dal Comitato NO AL COMPARTONE. Piuttosto che fare un discorso, o leggere l’ennesimo testo preparato dagli uffici, Bianchi ha fatto capire quale sia la minoranza che predilige: quella che fa la faccia feroce sulle stupidaggini e che, quando ci sono cose serie da trattare, accondiscende e si eclissa, senza fare tante storie. Questo atteggiamento, d’altra parte, la dice lunga sulla visione della vita democratica che si respira nei vertici della maggioranza.

Solo l’Assessore Merli ha letto un discorso autoprodotto. Peccato che fosse fuori tema, visto che si trattava di dire sì o no al compartone. Certo a San Giovanni ci sono persone che avrebbero bisogno della casa popolare o di affitti a prezzi più bassi. Ma vedere nel compartone la soluzione delle criticità ventennali in ambito di edilizia pubblica del nostro Comune è per lo meno un po’ azzardato. Come pretendere che la struttura polivalente – che il privato dovrebbe costruire e che attualmente viene propagandata come sede del nuovo centro giovani – sia adibita a centro ambulatoriale. In ogni caso, le accuse di immobilismo a MENTELOCALE trovano il tempo che trovano e, immobilismo per immobilismo, possono rivoltarsi contro a chi le ha fatte. Alzi la mano chi ha mai pensato che l’Assessore Merli fosse contrario al compartone.

venerdì 30 luglio 2010

L'APPLAUSO FINALE

Il Consiglio Comunale di ieri sera si è concluso con il presidente ed i soci della Nuova San Giovanni s.r.l. che applaudivano i consiglieri di maggioranza che avevano appena approvato la variante specifica al P.R.G., le controdeduzioni alle osservazioni ed il P.U.C. del compartone. MENTELOCALE ha votato contro, un consigliere di maggioranza si è astenuto, il PDL - Lega si è defilato appena possibile e non ha partecipato al voto. Riportiamo il testo dell’intervento del consigliere di MENTELOCALE.

Un filosofo italiano, Franco Riva, che di recente si è occupato delle connessioni tra spazio urbano e solidarietà, dedica delle parole preziose alla distinzione tra abitare e costruire che ci aiutano a prendere coscienza della situazione in cui si trova attualmente la gestione del territorio, in Italia e nel nostro paese:

Qualcuno viene sempre.
Il nostro abitare non è diventato ancora, non abbastanza, il movimento essenziale dell’uomo sulla terra. Non ancora dimora. Non ancora accoglienza.
La furia edilizia sprofonda la terra sotto il peso del cemento. Non ha neppure bisogno di giustificarsi. Il pensiero dell’abitare si è ridotto a ratifica: di costruire con urgenza qualsiasi cosa, in qualsiasi modo, in qualsiasi luogo.
Si costruisce per costruire senza curarsi dell’abitare, se non come sfondo vago, come pretesto. Il credito concesso al costruire nel linguaggio comune, nelle retoriche ricorrenti, si spiega solo con quella fiducia sotterranea nell’abitare che non gli appartiene: ne va dell’essere stesso dell’uomo su questa terra.
Confondere il costruire con l’abitare non è mai innocente. Ma non ha più nessun credito. Non vi si può più dare credito.
L’esperienza non teme smentite: l’accumulo delle case, la lava inarrestabile delle città che si propaga in ogni direzione, verso il cielo e verso gli inferi, non significa il dilatarsi dell’abitare. Il costruito si può approvare e contestare, ma è impossibile farlo nell’equivoco: costruire per costruire non sarà mai la premessa dell’abitare.
È l’abitare che rende giusto il costruire.
Franco Riva, Qualcuno viene, Edizioni Macondo libri 2009


Dobbiamo davvero uscire dall’equivoco, dobbiamo provarci, almeno questa sera. Dobbiamo riconoscere che sul compartone non si è mai fatta una riflessione preliminare sul senso di questo intervento per San Giovanni. Non si mai parlato del compartone a partire dal punto di vista delle persone, di chi è chiamato a fare un’esperienza dell’abitare, come residente, ma anche come ospite. Si è parlato solo e sempre di cemento, di costruzioni, di “diritti acquisiti”, di soldi, non dell’esperienza dell’abitare che rende umani i rapporti, gli spazi pubblici ed anche le case. Una visione impoverita dell’abitare ci ha catapultati, da troppi anni, in una visione materialistica del territorio, ridotto a lotto, mero supporto catastale per rendite urbane parassitarie, ignominiosamente incoraggiate dal pubblico. Non sappiamo più guardare alla terra come suolo fertile, un terreno è solo uno spazio vuoto da riempire, con altro cemento.

Questo equivoco sul significato delle parole ha contrassegnato tutta la storia del compartone. Una storia che prolunga il mito ormai screditato del progresso economico e civile attraverso la smania edilizia ed il consumo di territorio. Una storia che basa la sua trama sulla falsa equazione tra costruire ed abitare. Ci si è illusi credendo che dall’accumulo di oggetti - casa potesse generarsi e rafforzarsi una comunità aperta e solidale. Casa dopo casa, invece, anche in questa prima periferia della riviera metropolitana, è cresciuta l’intolleranza, la solitudine, il qualunquismo, l’irrilevanza della politica, la sua sudditanza agli interessi privati.

Che cos’è infatti il compartone? Secondo noi il compartone a causa delle sue eccessive dimensioni - 18 ettari, 88 edifici, 500 appartamenti, 1500 abitanti, un centro commerciale – è innanzitutto un intervento inutile per San Giovanni. Certamente è una fonte di profitto per il privato. Ma è davvero indispensabile per l’evoluzione del paese? In fondo a San Giovanni ci sono già centinaia di appartamenti non utilizzati. Ma i prezzi delle case da acquistare o da affittare sono rimasti molto alti nonostante in questi ultimi venti anni si sia costruito molto. Si continua a sostenere che il compartone è un’occasione per il Comune di acquisire terreni per l’edilizia pubblica. Ma la ridotta capacità finanziaria di fare investimenti del nostro Comune dovrebbe rendere molto prudenti su questo aspetto. E fare riflettere sul fatto che il compartone potrebbe diventare un peso per le casse comunali in termini di maggiori servizi da erogare e di nuove infrastrutture da costruire – come le scuole - e da gestire, spese certamente non coperte dagli oneri di urbanizzazione. L’impatto del compartone sull’ambiente è poi devastante (a cominciare dall’impermeabilizzazione massiccia, aggravata dall’introduzione di ampi parcheggi interrati a piastra) e ad oggi rimane del tutto sottovalutato. Anche un tema che incide profondamente sulla qualità della vita dei cittadini come quello della mobilità, poi, non è stato mai adeguatamente affrontato.

Perché dunque nonostante queste controindicazioni si ritiene cosa buona e giusta permettere la realizzazione del compartone? Qui l’impotenza della politica si è saldata con il fatalismo del mercato. La considerazione che si tratta di una previsione risalente al P.R.G. del 1997 sembra un toccasana che alleggerisce le coscienze di molti politici nostrani da ogni responsabilità. In realtà, molto si poteva fare negli anni, attraverso il ridimensionamento nel P.R.G. vigente, e non si è fatto, favorendo anzi la concentrazione delle proprietà, e molto si potrebbe ancora fare, attraverso il ripensamento del compartone nel P.S.C., e non si sta facendo. Ma una politica che rende possibile un intervento che non serve al paese è una politica che confonde l’interesse pubblico di molti con l’interesse privato di pochi. Per questo il compartone non è solo una deprecabile colata di cemento ma anche un eclatante esempio della fine della politica come cura del bene comune.

Confondendo l’abitare con il costruire, si è corrotta anche la visione dell’interesse pubblico. Interesse pubblico sarebbe il consentire massicce urbanizzazioni per acquisire in cambio terreni per realizzarci sopra – forse –interventi di edilizia pubblica, strade per attirare altre macchine e centri polivalenti il cui progetto gestionale è ancora assente. Eppure perseguire l’interesse pubblico è qualcosa di molto più profondo che ha a che fare con la possibilità che tutti gli abitanti di un territorio possano evolversi in armonia con se stessi, con gli altri e con l’ambiente. Accumulare oneri di urbanizzazione come contropartita della cementificazione del proprio territorio non è di per sé interesse pubblico. Anzi, con le conoscenze e le informazioni di cui disponiamo oggi si può dire che sia una singolare forma di dissipazione del proprio futuro.

Ci si è illusi – e si sono illusi i cittadini - che dall’urbanistica contrattata con un soggetto privato molto forte sarebbero sorti innumerevoli vantaggi per il Comune. La propaganda su questo punto ha insistito molto. Gli esiti della negoziazione, però, non sono per nulla così favorevoli per il Comune come venivano dipinti neppure troppo tempo fa. Intanto, l’asilo interaziendale è saltato. Poi la tempistica della costruzione della strada di gronda – accogliendo una precisa richiesta della Nuova San Giovanni s.r.l. – è stata allungata a due anni, invece degli otto mesi previsti. Inoltre, è stato ridefinito – sempre accogliendo un’altra richiesta del privato – l’ordine di perimetrazione degli stralci cosicché nel primo stralcio il privato potrà costruire già circa il 50% degli appartamenti realizzabili, mentre in sede di adozione la barra era ferma al 38/%. La gradualità dell’intervento è stata così sacrificata alle esigenze di accelerazione del privato. In un crescendo di accondiscendenza, è stata poi cancellata l’intenzione di realizzare l’intero parco attrezzato e fruibile nel primo stralcio, lasciando in pratica ai comodi del privato il destino del settore del verde pubblico che era sempre stato sbandierato come il cuore del progetto del compartone.

Oltre alla possibilità data al privato di usufruire di più ampie superfici di verde, già acquisita con la variante adottata con la deliberazione n.36/2009, la proposta di deliberazione di cui discutiamo questa sera mette in fila tutte una serie di ulteriori trattamenti a favore del soggetto attuatore. Ci riferiamo per esempio alla proposta di variante al Regolamento Edilizio, contenuta nell’Allegato C della Convenzione, che consente di escludere dal calcolo della superficie, esclusivamente per gli interventi realizzati nel compartone, oltre ai corselli e le rampe di accesso ai parcheggi, pertinenziali o pubblici, posti in piani interrati, anche le cantine ed i parcheggi interrati privati di uso comune P3, ed i parcheggi privati P2 e P3 eccedenti dotazione minima. Questa norma, che vale solo per il compartone, costituisce un grosso vantaggio per il soggetto attuatore in quanto gli consente di aumentare la superficie costruibile fuori terra. La prevista modifica delle norme relative alla quota di riferimento per la misurazione dell’altezza degli edifici consentirà di realizzare edifici che rispetto al piano della strada saranno alti al massimo non più 9,50 m, come attualmente previsto, ma 70 cm. in più, cioè 10,20 m. Un ulteriore spazio per un discreto sottotetto, altrimenti non facilmente realizzabile. Inoltre, il privato avrà anche la possibilità di potere realizzare appartamenti di mq.50, quando in sede di adozione la dimensione minima era di 65 mq. Per quanto poi riguarda la sostenibilità, si può dire che gli interventi previsti sono appiattiti verso la normalità, con una certa attenzione a contenere al massimo i costi degli interventi e a massimizzare il profitto. Neppure l’orientamento degli edifici a sud è stato rispettato. Solo 12 edifici sono previsti in classe A, mentre tutti gli altri sono previsti in classe B. Il compartone non sarà mai un quartiere modello da portare ad esempio per quanto riguarda l’efficienza energetica ed il risparmio energetico, ma solo un’esplosione su larga scala di tecniche costruttive ormai comuni. Insomma, un’occasione perduta anche da questo punto di vista.

Infine, il culmine del prevalere del ruolo del privato nella partita del compartone è stato sancito con la scelta di procedere negli stralci attuativi con piani particolareggiati, di probabile iniziativa privata, e non più tramite Piani Urbani Attuativi di iniziativa pubblica. Occorre poi tenere conto che nello schema di Convenzione che il Comune dovrà sottoscrivere con il privato il controllo dell’attuazione dell’intervento viene affidato al Responsabile del Procedimento, cioè ad un dipendente comunale, che è però pagato dal privato. Ma come è possibile che sia il controllato che paga il controllore? Con che libertà quest’ultimo potrà esercitare la sua funzione di tutela dell’interesse pubblico?

Anche le stesse procedure amministrative sono state piegate in più di un’occasione agli interessi del privato. Una grave anomalia è che si intendono sottoporre alla discussione di questo consiglio delle osservazioni del privato giunte a dicembre 2009 quando il termine di presentazione era fissato al 20 luglio 2009. Chiediamo che queste osservazioni vengano stralciate dalla discussione. Anche le osservazioni dell’Ufficio giunte il 19 luglio 2010 devono essere stralciate per la stessa ragione. Se la maggioranza intende stravolgere il proprio emendamento, adottato con la deliberazione n.36/2009, è padronissima di farlo, ma deve avere il coraggio politico di presentare un proprio nuovo emendamento, mettendoci la faccia, non affidando all’Ufficio valutazioni politiche che naturalmente non gli competono. Denunciamo inoltre che non è stata fatta la verifica di assoggettabilità a Valutazione Ambientale Strategica della variante e del P.U.C. del compartone. Riteniamo molto strano che per lo strumento urbanistico di riferimento dei successivi piani particolareggiati non venga attivata tale procedura e che il Comune non sia perciò ancora in possesso in questa fase di tutti gli elementi conoscitivi sull’impatto ambientale dell’intervento per potere decidere con maggiore consapevolezza e responsabilità. Per quanto ci riguarda abbiamo già provveduto a comunicare tale anomalia all’autorità competente. Vogliamo inoltre segnalare che è stata inserita un’ulteriore modifica alle N.T.A. del compartone attraverso una procedura a dir poco inusuale. Per potere procedere a tale ulteriore modifica, infatti, si è dovuto confezionare una versione delle N.T.A. “ufficiosa” che tenesse conto delle modifiche apportate dall’emendamento del PD nella seduta del 7 aprile 2009. Ma tale versione “ufficiosa” non è mai stata ratificata dal Consiglio comunale. Come dunque è possibile andare a modificare questa sera un atto che non è mai stato sottoposto al Consiglio?

Del resto, il contenuto di tale ennesima modifica all’art.4.7.4, comma 5, delle Norme Tecniche di Attuazione è paradossale. “Il Progetto Urbano di Coordinamento, qualora approvato, dovrà rispettare i parametri urbanistici dell’Accordo di Pianificazione stipulato dal Comune di San Giovanni in Marignano e la Provincia di Rimini in data 14/09/2009 relativi al comparto C2-4 e individua, tramite norme di attuazione, elaborati grafici e schema di convenzione, i contenuti, i tempi e le modalità cui deve attenersi ogni singolo piano particolareggiato”. Con questa integrazione, si pretende di avere rispettato gli impegni presi con l’Accordo di Pianificazione, così come chiesto dalla Provincia, ma in realtà ci si introduce in un altro groviglio urbanistico inestricabile. Intanto si tratta di un rispetto di facciata perché si continua a non scrivere nelle N.T.A. la riduzione del carico urbanistico del compartone, indicandole solo nel P.U.C., che però non ha efficacia normativa. Poi si fa finta di non sapere che con l’Accordo il Comune si è impegnato a prevedere la riduzione del carico e dell’impatto urbanistico del compartone nell’ambito del Piano Strutturale Comunale (che però non è stato ancora adottato), tenendo conto delle “ipotesi di lavoro” presenti nel Documento preliminare ed attivando il compartone gradualmente, tramite Piani Operativi Comunali. Inoltre, con l’Accordo, il Comune si è impegnato addirittura a “valutare, in merito al comparto di espansione residenziale C2-4, lo scenario ipotizzato e le possibili alternative, visto il rilevante carico urbanistico che si verrebbe a creare in un’area già molto impermeabilizzata e con un’elevata difficoltà di smaltimento delle acque meteoriche (carta dell’idrografia superficiale SA 2.5)”. La nuova norma è dunque contraddittoria ed illogica perché si richiama all’Accordo continuando ad individuare in realtà il P.U.C. come strumento urbanistico di riferimento ed i piani particolareggiati di iniziativa privata come strumenti attuativi, infischiandosene degli impegni presi. La politica del “ma anche” anche in questo caso ha dato una pessima prova di sé.

Il controllo pubblico del Comune sull’attuazione del compartone era stato sbandierato da Assessori e politici del PD per rassicurare la popolazione rispetto ai legittimi timori di una crescita frenetica e poco controllabile. La retorica sul ruolo cruciale del pubblico era stato determinante nel percorso di adozione del compartone che, ricordiamolo, aveva registrato in data 9 febbraio 2009 anche dissociazioni e voti contrari da parte di alcuni consiglieri della maggioranza, che oggi non siedono in Consiglio.

L’allora Assessore Barilari nel chiudere il suo intervento nel consiglio del 7 aprile 2009 ribadiva “l’aspetto qualificante che fa da quadro di riferimento per l’attuazione del comparto e cioè il ruolo dell’amministrazione pubblica. Sono di iniziativa pubblica il Piano Urbano di Coordinamento e i 3 Piani Urbani Attuativi, uno per ciascuno stralcio”. L’Assessore Morelli nel presentare gli emendamenti che il PD aveva fatto al P.U.C. sosteneva che essi avevano lo scopo di “mettere l’Amministrazione al centro del percorso di attuazione del comparto”. E proseguiva: “A garanzia della tempistica individuiamo tre stralci da attivarsi, su iniziativa pubblica, consecutivamente con intervallo di avvio dei lavori di 5 anni. Quello che le norme originali vedevano facoltativo diventa obbligatorio (gli stralci). Quello che prima era privato (piani attuazione stralci) diventa pubblico”. Ed anche il Sindaco Bianchi, nella brochure patinata distribuita prima delle elezioni, affermava a proposito del compartone “che il Comune ha esercitato un forte ruolo di programmazione ed eserciterà un forte ruolo di controllo”.

Ora, invece, contrordine compagni! In sede di approvazione le carte in tavola cambiano nuovamente e si mettono le basi perché progetto vada a finire saldamente nelle mani del privato (dove del resto era sempre rimasto). Questa giravolta, oltre a dare un esempio non edificante di come certa politica politicante strumentalizzi gli atti pubblici per ottenere fini di brevissimo respiro (il voto favorevole di tre dissidenti), denuncia anche in maniera plateale la soggezione della politica nei confronti degli interessi economici forti. Non è la politica, in nome dell’interesse pubblico, a dettare tempi e modi della gestione del territorio. Ma è il privato, secondo le sue esigenze, a dettare l’agenda delle priorità alla politica.

Del resto, anche i mal di pancia ed i contorcimenti della maggioranza, oltre a segnalare l’ennesima plateale spaccatura politica sulla questione compartone, sono un’ulteriore conferma che questa proposta di deliberazione, tagliata su misura degli interessi del privato, è una vera e propria porcheria, inemendabile. Chi abbia un minimo di coscienza di cosa sia interesse pubblico, anche se fa parte del gruppo di maggioranza, non dovrebbe dunque esitare ad esprimere un convinto voto contrario all’approvazione di questa vergogna.

Nelle considerazioni conclusive ai lavori della Commissione consiliare sul compartone abbiamo spiegato che il Comune di San Giovanni in Marignano avrebbe ancora la possibilità di riacquistare il controllo sull’operazione se solo decidesse di ripensare il compartone all’interno del nuovo Piano Strutturale Comunale previsto dalla L.R. 20/2000. Il compartone è una previsione non attuata del vecchio P.R.G. che potrebbe almeno essere ridimensionata nel P.S.C., mantenendo il controllo pubblico dell’operazione. Del resto, se vi fosse una minima volontà politica di non far partire l’operazione basterebbe semplicemente non approvare questa variante e questo progetto del compartone. L’impressione, infatti, è che il privato sia interessato a realizzare l’intervento solo a certe condizioni. La responsabilità politica della realizzazione del compartone, pertanto, è esclusivamente di questa amministrazione che, in base alla normativa vigente, potrebbe fare legittimamente delle scelte diverse. A futura memoria, chiedo di allegare tali considerazioni, come parte integrante e sostanziale del mio intervento, al verbale della deliberazione.

Approvare la cementificazione del proprio territorio non significa operare per l’interesse pubblico. Quando legalità e trasparenza vengono a tal punto violentate pur di raggiungere l’obiettivo finale significa che la confusione tra interesse pubblico ed interesse privato ha superato il livello di guardia. Ma abitare non significa costruire e la gente di San Giovanni sta cominciando a capire che per “costruire” una nuova visione di paese non servono altre case ed altro cemento. San Giovanni non ha bisogno di altre case e di altro cemento. I dati più recenti ci dicono che il consumo di territorio ha raggiunto in Italia, e nella nostra stessa Regione, dei livelli insostenibili dalle persone e dall’ambiente. La situazione del compartone è da inquadrare in un contesto di cementificazione molto preoccupante che sta investendo tutta la Valconca ed il territorio provinciale. Sembra che anche nel nuovo P.S.C. l’amministrazione intenda proseguire in questa opera insensata di cementificazione, prevedendo in pratica un altro compartone sparso sul territorio. Bisogna cambiare decisamente direzione, puntando sul risparmio di suolo, sul recupero del patrimonio edilizio esistente e sulla partecipazione dei cittadini alle decisioni urbanistiche di rilievo. Perché è davvero solo l’abitare che rende giusto il costruire.


Il Consigliere del gruppo MENTELOCALE

Luca Vannoni